Per Roger Waters i Pink Floyd dovevano sciogliersi per sempre dopo l’uscita dell’album The final cut del 1983 che già nel titolo indicava le volontà del dispotico musicista: il taglio finale. Non ci fu alcun tour dopo la pubblicazione del disco, non avevano più niente da dire, sosteneva ma per gli altri membri del gruppo la storia della mitica band che si era formata alla fine degli anni 60 non poteva finire così. Decisero di andare avanti in tre, David Gilmoure, Nick Mason e Richard Wright. Waters divenne furioso e si aprì una battaglia legale che durò anni per poter tenere vivo il nome del gruppo. Alla fine i tre ci riuscirono e nel 1987 pubblicarono un nuovo (deludente) disco, A momentary lapse of reason. Provarono ad andare in tour con scarsa fiducia, invece gli spettatori accorrevano a centinaia di migliaia. Fu così che il loro promoter italiano dopo due concerti a Verona propose un concerto a Venezia. Idea che sembrò subito utopia: come si fa a suonare aVenezia? Sull’acqua ovviamente.
LA DIRETTA MONDIALE DEL CONCERTO DEI PINK FLOYD
Lo spettacolo era previsto per il giorno della Festa del Redentore, oggi 15 luglio. Fu allestito uno speciale palco su uno zatterone di fronte a Piazza San Marco ma il sindaco si opponeva: il suono avrebbe rovinato i mosaici della Basilica di San Marco, diceva mezzo consiglio comunale. Si giunse a un accordo, abbassare il livello dei decibel da 100 a 60. A Venezia giunsero circa 200mila persone disposte nella piazza in occasione della Festa del Redentore, una invasione barbarica. Il concerto era gratuito, ma il comune non mise neanche cabine per i bagni, la gente faceva i bisogni ovunque nel sacro luogo, alla fine si raccolsero 300 tonnellate di spazzatura e 500 metri cubi di lattine e bottiglie di plastica. Un disastro. Ma il concerto si tenne, con la paura che Piazza San Marco potesse sprofondare sotto il peso della gente, che non vedeva quasi neanche il palco, mandato in diretta dalla Rai in venti paesi del mondo davanti a circa 100 milioni di spettatori. Gondole e yacht circondavano il palco galleggiante, l’effetto fu straordinario, ma dopo quel 15 luglio 1989 non ci furono mai più concerti a Venezia.