La storia di Pinky, bruciata viva dall’ex marito
Pinky è la vittima di un matrimonio forzato violento e abusivo, che è culminato con l’ex marito della donna che, dopo un violento litigio in cui ha minacciato di volersene andare con i figli, le ha dato fuoco davanti ai figli. “Penso che non riuscirò mai a dimenticare quella sera”, racconta oggi la donna indiana a Storie Italiane, su Rai 1 con Eleonora Daniele.
“Sono passati 8 anni e faccio ancora gli incubi di notte”, continua a raccontare con la voce rotta Pinky, “è come se fosse successo ieri. Era il 20 novembre 2015, il giorno dopo il compleanno di nostro figlio, lui rientra dal lavoro sotto effetto di sostanze, alcool, mi chiede lo stipendio ma non l’avevo ancora preso e iniziamo a litigare. Lui inizia ad essere violento, alza le mani su di me davanti ai bambini, mi sposto e gli dico che se voleva picchiarmi andava bene, ma non doveva farlo davanti ai bambini e di spostarci in camera. Lì peggiora la lite, lui si infuria e gli dico che non ce la faccio più e non voglio più stare con lui. Lui non lo accetta, dice ‘tu vuoi andartene, va bene, ma non avrai nessun altro al posto di me’ e mi getta addosso la diavolina liquida e mi da fuoco“.
Pinky, bruciata viva dell’ex marito: “Simbolo di rinascita”
“Sono stata fortunata perché i miei vicini sono intervenuti e mi hanno salvato la vita”, racconta ancora Pinky, bruciata viva dall’ex marito, “ed è quello che sto cercando di fare io con altre donne, spronarle a chiedere aiuto come ho fatto io con Jo Squillo“. E la stessa Jo ha preso la parola in diretta a Storie Italiane, raccontando di aver conosciuto la donna indiana “quando non aveva più uno sguardo, quando era morta dentro. Una violenza quando è tale, è difficilissimo da abbandonare ed è difficilissimo rinascere. Lei è il simbolo e il punto di riferimento in questo”.
“Io sono di origine indiana e sono cresciuta in Italia”, aveva raccontato Pinky in una vecchia intervista, “finite le scuole mi è stato combinato il matrimonio. Ho sempre accettato le violenze, sono cresciuta con la mentalità della donna che deve subire di tutto per tenere la famiglia unita. Quando ha anziato ad alzare le mani anche sui figlii ho detto basta e ho pensato di andarmene. Mi hanno detto di chiedere scusa, mi hanno fatta inginocchiare davanti a lui e sua mamma, mi hanno fatto chiedere perdono, dicendo ‘questo è il tuo posto, tra i nostri piedi’”. Dopo aver bruciato viva la donna, “sono stata in coma per 6 mesi e mezzo circa, con il 90% del corpo ustionato”.