Nuovo appuntamento questa sera con “Techetechetè”, l’ideale juke-box di ricordi che Rai 1 propone nella fascia ‘access prime time’ e che quest’anno, nella sua edizione estiva, taglia il traguardo dei primi dieci anni di vita: e la puntata che ci accingiamo a vedere sulla rete ammiraglia del servizio pubblico sarà monografica e dedicata a Pino Daniele, l’indimenticato cantautore e chitarrista napoletano scomparso prematuramente sette anni or sono a Roma nemmeno sessantenne.
E il ricordo di “Techetechetè” non è casuale dal momento che negli ultimi tempi si è tornato a parlare di Giuseppe Daniele in arte Pino non solo per una ricorrenza ma pure per una piccola polemica rinfocolata da un’intervista rilasciata dal suo conterraneo Alan Sorrenti. Infatti, come i fan dell’artista campano ricordano, nel 2022 cade il quarantennale di “Bella ‘mbriana”, il quinto album di Daniele pubblicato nel 1982 e ritenuto da molti uno dei suoi tre lavori più belli, oltre che un lp di spessore internazionale. Come sappiamo, nella tradizione napoletana, l’espressione che da il titolo dal disco fa riferimento a quello che, nella credenza popolare, è lo spirito benefico e protettore delle case. Undici brani e tanti featuring per un album di spessore che ha visto partecipare strumentisti del calibro di Alphonso Johnson, Wayne Shorter, ma pure Tullio De Piscopo e tanti altri.
PINO DANIELE, IL RICORDO DI ALAN SORRENTI: “HA ESPRESSO LA VERA ANIMA DI NAPOLI E…”
Come accennato, il nome di Pino Daniele è tornato agli onori delle cronache nell’ultimo mese non solo per via delle iniziative estive a lui dedicate (su tutte, nell’ambito del cartellone di eventi di “Estate al Maxxi” di Roma, la serata del 26 luglio con il concerto di Fabrizio Bozzo e il dibattito col figlio Alessandro Daniele e il fotografo Luciano Viti, moderato da Ernesto Assante) ma pure per alcune dichiarazioni di Alan Sorrenti che hanno fatto storcere il naso a qualcuno. Il 71enne cantautore originario di Napoli infatti ha rilasciato una intervista a ‘il Fatto Quotidiano’ parlando dei propri esordi e del rapporto con altri artisti, concedendo anche una battuta su Pino.
Riferendosi alla scena musicale della Napoli degli Anni Settanta, Sorrenti risponde alla domanda provocatoria se Danielle fosse temuto dai suoi colleghi: “Lui si sentiva un po’ il capo, non era unanimemente accettato: ma lui, più di tutti, ha individuato ed espresso la vera anima napoletana” ha detto il cantautore, aggiungendo che Pino “era bravissimo ad annusare cosa accadeva e questa è una peculiarità dei veri artisti”. Poi un ricordo personale: “Pochi mesi prima della sua morte, mi ha invitato a un suo concerto e ne fui molto felice: l’ho vissuto come una forma importante di riconoscimento…” è la chiosa di Sorrenti.