Pino Donaggio ha evidenziato, durante la puntata odierna di “Oggi è un altro giorno”, su Rai Uno, che non ha rischiato di morire soltanto quando una bomba, durante la guerra, ha colpito l’abitazione nella quale viveva con i suoi genitori, ma anche durante un viaggio aereo, mentre stava tornando da New York. In quel momento, il compositore si era addormentato, quando la sua vicina di posto ha iniziato a strattonarlo per un braccio e ha urlato “El fuego! El fuego!”.



“Si era incendiato il motore dell’aereo sull’ala, abbiamo visto le fiammate dall’oblò quattro volte – ha spiegato il maestro -. Per due ore e mezza non siamo riusciti ad atterrare, ho iniziato a sudare e ho pensato che fosse venuto il momento di raggiungere mia madre Lassù”. Fortunatamente, l’atterraggio avvenne senza ulteriori problemi.



PINO DONAGGIO: “HO RISCHIATO DI MORIRE A TRE ANNI PER UNA BOMBA”

Pino Donaggio è intervenuto in qualità di ospite nel corso della puntata di oggi, martedì 9 novembre 2021, della trasmissione “Oggi è un altro giorno”, in onda su Rai Uno e condotta da Serena Bortone. Il musicista ha ricordato la sua gioventù a Venezia, quando, con altri ragazzi, faceva il bagno nel Canal Grande, nonostante ci fosse il divieto di balneazione e, di tanto in tanto, i vigili rincorressero la comitiva, che puntualmente infrangeva la regola per trovare sollievo rispetto al gran caldo estivo: “La Serenissima per me è come una donna che ami, è come la vita. Quando, per esempio, non riesco a scrivere, io giro per la città in cerca d’ispirazione e la trovo: torno quindi in studio e riesco a comporre”.

Il periodo della guerra ha segnato incredibilmente la sua infanzia: “Una bomba colpì casa mia quando avevo tre anni, crollò il soffitto della cucina. Io e mamma eravamo già per le scale“. Si salvarono, dunque, per un soffio e riuscirono a scampare alla strage.

PINO DONAGGIO: “PENSAVO DI FARE IL SOLISTA DI VIOLINO, POI…”

Pino Donaggio ha sottolineato nel prosieguo dell’intervista che ha sempre pensato di fare il solista di violino, quando poi è arrivata la folgorazione del canto e della composizione musicale: “Endrigo cantava con mio padre quando ero ragazzino, lui aveva una bella orchestra. Quando avevo 16 anni ho fatto le mie prime esibizioni e tutti mi applaudivano. Così, quando ero a Milano, un giorno sono andato a fare sentire i miei scritti musicali e mi hanno scritturato”.

Successivamente, ha asserito: “La mia strada era più di composizione che di esecuzione. Dopo una serata, incontrai casualmente un produttore cinematografico che mi fece incontrare un regista: proposi tre temi musicali e vinsi il premio come miglior colonna sonora. Questo mi diede l’input per proseguire su questa strada e continuare a dedicarmi alla scrittura dei brani e delle melodie”.