All’indomani della decisione da parte del Comitato Tecnico Scientifico di dare il via libera all’aumento della capienza in cinema e teatri all’80% Pino Insegno è un fiume in piena. L’attore, comico e doppiatore romano non ci sta con le continue limitazioni date al mondo dello spettacolo, colpito profondamente dalla crisi e dalla pandemia che ha fatto fermare tutto negli ultimi 18 mesi. Presente a Colle Val d’Elsa per recuperare delle date, Insegno su Instagram attacca il governo e fa una richiesta al ministro Dario Franceschini.
“Lasciate la gente libera di venire al teatro perché voi in 18 mesi lo stipendio lo avete preso intero, noi non abbiamo preso niente se non qualche aiuto ai teatri. Molti non riapriranno, altri faranno fatica e non è giusto. Siamo l’Italia, abbiamo inventato tutto e il nostro core business- come dicono quelli bravi- è la cultura. I concerti non si possono fare, al primo spettacolo sono venuti in mascherina e le risate erano tristi” ha detto Insegno. Poi al ministro ha chiesto: “Franceschini, per favore, dato che siamo sotto l’1% lasciate libere le persone. Dovete rispettare la cultura, in Francia hanno pochi monumenti e lì la rispettano. Lì lavorano e se non lavorano prendono soldi”.
Insegno vs governo: “Fate come negli altri paesi, situazione fa ridere”
Pino Insegno, tramite un video pubblicato su Instagram, fa capire a tutti che non ne può più delle continue limitazioni imposte al mondo dello spettacolo: “Basta, basta, basta. Basta fare sforzi per niente, perché se ti va bene torni a casa con 100-300€, non è possibile. Preferisco che il teatro sia vuoto perché le persone hanno deciso che non volevano venire piuttosto che sapere che è pieno e non le puoi fare entrare. Non va bene, basta. Non deve essere al 60 o 70%, deve essere pieno e le persone devono poter scegliere. Con o senza mascherina, la decisione deve essere di chi entra al cinema o al teatro, state mettendo paura alle persone. Lasciate la gente libera di scegliere dove andare come stanno facendo in tutti gli altri paesi del mondo”.
L’attore e doppiatore ha poi spiegato: “Le disavventure continuano, siamo a Colle Val d’Elsa per recuperare spettacoli di 18 mesi fa nei quali abbiamo venduto circa 1.400 biglietti. Il teatro è meraviglioso, ma qui 700 posti non ce li fanno entrare. Dobbiamo fare 2-3 spettacoli al giorno ed è follia, i costi si triplicano. Continuo a guardarmi in giro e mi incazzo, perché c’è un terzo della capienza come lo stadio – e voi sapete quanto amo il calcio e quanto ne sono felice – ma fa ridere. Un terzo di 60.000 spettatori sono 20.000, ma lì stanno tutti insieme abbracciati, sudati e che si sputano”.