Pino Strabioli si racconta nel salotto di Domenica in da Mara Venier: dalla passione per il teatro all’amicizia con Maurizio Costanzo. Il regista teatrale, attore e conduttore televisivo torna su Rai1 alla guida di un nuovo programma dal titolo “Il Caffè” in onda dalle 6.05 del mattino che la rete ha presentato come una miscela di libri, teatro, cinema e musica, unendo passato e presente grazie al patrimonio delle Teche Rai. Una nuova avventura per il grandissimo regista e conduttore tv che, dalle pagine di truenews.it, parlando di se ha detto: “mi definisco un curioso, una persona che ha ha avuto la fortuna di poter vivere delle proprie passioni. E che non si è mai accomodata su una sola di esse pur avendone tante: sono il teatro, prevalentemente, la televisione, la radio, le direzioni artistiche di teatri e festival. Il teatro è quello che mi somiglia di più, che cerco di cucire su me stesso. Sono un curioso che continua a viaggiare saltellando, probabilmente sono un po’ un ibrido, ma siccome l’ibrido pare che funzioni, inquina meno, mi sento meno inquinante di tanti altri”.
La passione per il teatro è nato sin da bambino grazie allo zampino del padre. “Andavo a teatro durante scuole medie e liceo e mi sono innamorato degli attori che ho visto, da Rossella Falk a Valentina Cortese a Umberto Orsini, Gabriele Lavia, Giorgio Albertazzi. Poi ho lasciato Orvieto e mi sono trasferito a Roma dove mi sono iscritto a a Lettere con indirizzo storia dello spettacolo. Ho frequentato una scuola di teatro, poi una serie incontri fortunati mi hanno permesso di cominciare quest’avventura” – ha raccontato.
Pino Strabioli e l’amicizia con Maurizio Costanzo
Nato e cresciuto in una famiglia normale, Pino Strabioli si è dedicato alla passione per il teatro senza incontrare alcun ostacolo da parte dei suoi genitori. “Nessuno aveva a che fare con lo spettacolo o il teatro in generale, non mi hanno né osteggiato né spinto, mi hanno lasciato molta libertà, sono stati molto rispettosi. Mio padre è stato orgoglioso di quello che facevo, mentre mamma, fino all’ultimo, mi chiedeva quando avrei trovato un lavoro vero. Ad ogni modo, sento di doverli ringraziare per i valori che mi hanno trasmesso e per la comprensione” – ha confessato il conduttore che ricordando la sua infanzia ha aggiunto – “sono stato un bambino molto solitario. Molto legato a mia madre, che aveva lasciato Roma per seguire mio padre che stava prima in una caserma a Porto San Giorgio dove sono nato per caso”.
Il debutto arriva giovanissimo al Teatro dell’orologio: “lì ho capito che su quelle tavole mi sentivo bene perché riuscivo a raccontare delle cose”. Poi la carriera come giornalista, autore e conduttore televisivo che gli hanno permesso di incontrare mostri sacri come Maurizio Costanzo a cui è stato legato da una profonda amicizia. Proprio parlando del rapporto con il grande giornalista ha rivelato: “è nato in maniera abbastanza casuale e via via è andato costruendosi, abbiamo fatto insieme un ciclo di Insonnia, poi due cicli di Io li conoscevo bene. Scoprire grazie a Maurizio il quotidiano di questi grandi personaggi, ogni volta è un arricchimento. Io ho sempre bisogno di avere un maestro, se all’inizio sono stati Paolo Poli, Franca Valeri, Ugo Gregoretti, adesso considero Maurizio un punto di riferimento”.