È ufficialmente cominciato il countdown in vista della Notte degli Oscar 2021, l’ultima -si spera- in piena pandemia e che avrà luogo nella cornice del Dolby Theatre di Los Angeles e con una cerimonia che, seppure alla presenza del pubblico, si svolgerà in diretta in location multiple per via delle restrizioni legate al Covid-19. E al 93esimo appuntamento con quello che oramai è una sorta di rituale laico del mondo di celluloide l’Italia sarà presente con tre nomination, certamente non di peso ma comunque importanti per i nomi che porta alla ribalta. Infatti il “Pinocchio” di Matteo Garrone ha ricevuto la nomination per due premi ‘tecnici’ (Costumi e Trucco) mentre per “La vita davanti a sé”, firmato da Edoardo Ponti e col ritorno sul set della madre Sophia Loren, a concorrere per la statuetta per la migliore canzone c’è “Io sì / Seen” di Laura Pausini.



Tornado alla fatica cinematografica firmata da Matteo Garrone, negli ultimi tempi c’era stata un po’ di amarezza per via del non aver potuto concorrere in nomination di peso specifico più rilevante, ma le candidature di Pinocchio per i Costumi e il Trucco non sono solo l’importante riconoscimento dei ‘maestri’ italiani nel campo ma anche un tributo all’imponente lavoro visivo che c’è dietro la rivisitazione da parte del regista italiano del classico di Collodi. Per quanto riguarda l’Oscar per i Migliori Costumi la candidatura accende i riflettori su Massino Cantini Parrini: il costumista del film, uscito nelle sale nel 2019 (sembra oramai un’epoca fa…) collabora da tempo con Garrone e in un’intervista concessa a Wired Italia ha spiegato di essere innanzitutto uno storico del costume e di essere partito ovviamente dalla sceneggiatura per dare la sua visione di Pinocchio.



“PINOCCHIO”, CANDIDATO A COSTUMI E TRUCCO AGLI OSCAR 2021

Nell’intervista di cui sopra, infatti, Cantini Parrini ha raccontato del momento in cui ha appreso della candidatura per il Best Costume Design da parte dell’Academy Awards: “Ero a pranzo e il telefonino ha iniziato a impazzire: sono arrivati tantissimi messaggi a raffica nel giro di un minuto (…) Però non andrò a Los Angeles, ma seguirò la Notte degli Oscar da qualche parte in Italia” ha detto, motivando la decisione col fatto che i candidati europei quest’anno superano in numero i colleghi USA e quindi non si è voluto fa torto a nessuno. Parlando della pellicola, ha aggiunto che “mi si è aperto un mondo vedendo le immagini che Collodi mise nel libro (…) un verismo e una realtà che Garrone cerca sempre nei suoi film. Ho approfondito la cultura macchiaiola, il periodo di povertà in Toscana nella seconda metà dell’800, e in questo gli scatti mi hanno aiutato tantissimo, soprattutto quelli di fotografi minori di campagna”.



Come detto, anche il comparto Trucco concorrerà per una statuetta: infatti Dalia Colli, assieme a Mark Coulier e Francesco Pegoretti potrebbe vincere l’Oscar per il Best Make-Up e in una interessante intervista concessa a Rolling Stone Italia la prima (vincitrice in passato già di tre David di Donatello) ha raccontato la sua esperienza sul set e la collaborazione col regista italiano, anche nel suo caso di lunga data. Infatti di quei tre premi, uno l’ha conquistato proprio col “Reality” di Garrone e gli altri due col successivo “Dogman” e poi l’ultimo proprio con “Pinocchio”. “Non mi sarei mai aspettata di arrivare a questo punto: la candidatura per me è già una vittoria, è già tanto che capiti una volta nella vita” ha ammesso la Colli che non potrà andare ad Hollywood per via della pandemia. Raccontando come è nato il personaggio di Geppetto, interpretato da Roberto Benigni, ha detto: “Una preparazione molto lunga, solo con me doveva stare un’ora e mezza e poi un’altra mezzora per la parrucca”, aggiungendo che è stato un lavoro immenso e che ha richiesto grande attenzione per ognuno dei personaggi principali, a partire dalla Fata Turchina, fino ad arrivare a Mangiafuoco e gli altri.