Il programma di Rai Uno, Storie Italiane, è tornato ad occuparsi della vicenda del Pio Albergo Trivulzio. Stamane è stato intervistato un medico dipendente della struttura meneghina, rimasto ovviamente anonimo: “Lavoro all’interno del Pio Albergo Trivulzio da diversi anni. Da quando è scoppiato il paziente 1 abbiamo chiesto almeno le mascherine, ma ci è sempre stato detto che non potevano darcele perchè erano scarse, e che sarebbero servite nei momenti peggiori. Fino al 23 marzo – ha aggiunto – ho visitato pazienti anche con sintomatologie covid-19 senza mascherina, e subito dopo visitavo pazienti senza sintomalogia. Dopo che vi era il sospetto che i pazienti fossero positivo, questi venivano isolati semplicemente ma non in stanze singole. I reparti erano aperti – ha proseguito – e i decessi sono iniziati sin dai primi giorni di marzo, poi è stato un crescendo fino ad ora”. Di nuovo sulle mascherine: “Quando qualcuno ha usato mascherine, anche portate da fuori acquistate con i propri soldi, è stato redarguito perchè si rischiava di spaventare i parenti dei pazienti e perchè non era l’immagine giusta da dare”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PIO ALBERGO TRIVULZIO: “MIA MAMMA DICEVANO STESSE BENE, IN REALTÀ…”

A Storie Italiane, su Rai Uno, si torna a parlare della vicenda del Pio Albergo Trivulzio, la casa di riposo di Milano al momento sotto inchiesta a seguito delle numerose morti avvenute in questi giorni di emergenza coronavirus. Il programma condotto da Eleonora Daniele ha intervistato il figlio di una donna ricoverata nella struttura meneghina, che ha spiegato: “Mia mamma è ospite al Pio Albergo Trivulzio da un paio d’anni, essendo affetta da Alzheimer”. Purtroppo l’emergenza in corso ha bloccato, come avvenuto in tutte le Rsa d’Italia, le visite dei parenti dal mese di febbraio: “Non la vedo da febbraio – ha proseguito il ragazzo intervistato da Storie Italiane – e un giorno mi hanno detto che aveva la febbre e se potevano legarla al letto, visto che potevano spostarla da un reparto all’altro, e non potevano farle il tampone”.



PIO ALBERGO TRIVULZIO: LE INDAGINI PROSEGUONO

Una notizia che ovviamente è stata presa con amarezza dallo stesso parente “La notizia mi ha angosciato, anche se mi hanno comunque tranquillizzato sulle sue condizioni di salute”. Ad un certo punto, però, il quadro è mutato: “Il giorno di Pasquetta sono venuto a conoscenza che mia mamma fosse apatica, non parlava più, non mangiava più, e si è configurato uno scenario che prima non mi era stato descritto”. Come detto sopra, vi è un’indagine in corso da parte della magistratura, e al momento risulta essere iscritto solamente il direttore della struttura per anziani di Milano. Due giorni fa i carabinieri del Nas di Brescia hanno effettuato un’ispezione presso l’Istituto Frisia di Merate, in provincia di Lecco, che fa riferimento sempre al Pio Albergo Trivulzio. Gli investigatori stanno ascoltando anche medici, infermieri e parenti degli anziani ospiti, per fare chiarezza sui decessi avvenuti durante i mesi di marzo e parile.

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