PIO IX, CHI ERA IL PONTEFICE DEL ‘CASO MORTARA’: “RIFAREI DI NUOVO…”
Pio IX, chi era il Pontefice protagonista del caso del ‘rapimento’ di Edgardo Mortara nel 1800 e cosa sappiamo della sua figura? Questa sera, in occasione della messa in onda di “Rapito”, il film scritto e diretto da Marco Bellocchio e presentato nel 2023 al Festival di Cannes, il caso del bambino di origini ebraiche strappato alla sua famiglia per essere convertito al Cristianesimo e la cui storia fu talmente presa a cuore dal Papa dell’epoca tanto da esporsi personalmente, ci permette di riaprire l’archivio della memoria e di tornare a un periodo particolarmente complesso non solo della storia del nostro Paese, proprio negli anni antecedenti l’Unità, ma anche dei rapporti tra la Chiesa e la comunità ebraica internazionale. Ma chi è stato Pio IX e in che modo si espose sulla vicenda di Edgardo Mortara?
Se della vicenda parliamo diffusamente quest’oggi in un altro articolo, in cui diamo conto anche della genesi del caso e delle sue implicazioni (la sottrazione all’età di soli sei anni di questo bimbo ebreo, battezzato all’insaputa dei suoi stessi genitori, da parte della gendarmeria pontificia nel 1858), qui ci interessiamo invece di Giovanni Maria Battista Pietro Pellegrino Isidoro Mastai-Ferretti, meglio noto come Pio IX (1792-1878), eletto Papa nel 1846 e noto anche per essere stato l’ultimo sovrano dello Stato Pontificio che, dal 1870 in poi, farà parte del neonato Regno d’Italia. Dopo aver terminato gli studi ed esser stato ordinato sacerdote nel 1819, il futuro Pontefice si dedicò prima all’apostolato nella sua città natale e poi fu mandato, quale vescovo di Imola, in Romagna da papa Gregorio XVI. Al Conclave del 1846, l’ultimo in cui i cardinali italiani ebbero una grande influenza nell’elezione del Papa, fu preferito al cardinale Luigi Lambruschini, di idee più conservatrici.
EDGARDO MORTARA, “ADOTTATO DA PIO IX E GRATO ALLA PROVVIDENZA PER…”
Dopo l’elezione, Papa Pio IX (nome scelto in onore del predecessore Pio VIII) si trovò ad affrontare non solo uno dei momenti più drammatici della storia moderna della Chiesa ma anche la dissoluzione dello Stato Pontificio nel 1870, oltre alla crisi internazionale ingenerata dal caso di Edgardo Mortara. A seguito dello scontro col neonato Stato italiano e la presa di Roma, il Pontefice scelse di ritirarsi in Vaticano, rifiutando di riconoscere proprio quel nuovo Stato e dichiarandosi di fatto un prigioniero politico: nasceva l’annosa e decennale ‘questione romana’ che perdurerà fino agli Anni Venti del secolo successivo, con i Patti Lateranensi che la Chiesa sottoscrisse col regime fascista (1929). Pio IX è anche ricordato per la promulgazione del celebre ‘non expedit’, attraverso il quale vietava ai cattolici la partecipazione alla vita politica italiana (ma già nel 1919 fu disatteso e abrogato da Papa Benedetto XV). L’ultimo sovrano dello Stato Pontificio morirà a Roma nel febbraio del 1878 a causa di una crisi epilettica mentre recitava il Rosario, patologia di cui aveva sofferto sovente da giovane.
Per quanto concerne il caso di Edgardo Mortara, a cui abbiamo accennato sopra, Pio IX scelse di non rispondere mai agli appelli della famiglia, e di grandi figure di intellettuali del tempo, oltre che della comunità ebraica italiana e mondiale (ma anche di esponenti illuminati dello stesso mondo cattolico), per restituire a Momolo Mortara e Marianna Padovani il loro figlio. “Non sono interessato a cosa ne pensa il mondo”: molti accusarono le gerarchie ecclesiastiche dell’epoca di avere attuato un’opera di indottrinamento e plagio psicologico del minore che, col tempo, finirà per rinnegare la fede ebraica e avviarsi prima al sacerdozio e poi all’attività di missionario, dedicandosi anzi alla conversione di molte persone negli Stati Uniti che professavano la fede dei suoi genitori. “Allorché io venivo adottato da Pio IX tutto il mondo gridava che io ero una vittima, un martire dei gesuiti. Ma ad onta di tutto ciò, io gratissimo alla Provvidenza che mi aveva ricondotto alla vera famiglia di Cristo, vivevo felicemente” scrisse Edgardo nel suo contestato memoriale, mentre nel 1865, commentando la vicenda, il Papa ebbe a dire “Avevo il diritto e l’obbligo di fare ciò che ho fatto per questo ragazzo, e se dovessi farlo lo farei di nuovo”, adducendo come motivazione a suo dire la felicità trovata da Mortara nella fede cattolica.