40 anni fa, il 30 aprile 1982, Pio La Torre e Rosario Di Salvo furono uccisi in un agguato mafioso a Palermo. Erano le 9.20 del mattino quando, mentre viaggiavano su una Fiat 132 verso la sede del Partito comunista italiano, in piazza Turba furono affiancati da un commando armato che avrebbe aperto il fuoco senza lasciargli scampo. Pio La Torre, allora segretario regionale del Pci in Sicilia, sarebbe morto sul colpo, il suo autista Rosario Di Salvo avrebbe cercato invano di rispondere al fuoco sparando in un ultimo, disperato tentativo di difesa.
Il piano per il duplice omicidio, inizialmente rivendicato dai Gruppi proletari organizzati, avrebbe avuto genesi nei vertici di Cosa Nostra, infastiditi dal pericolo che Pio La Torre rappresentava per gli affari e i patrimoni dei mafiosi con la sua proposta di legge sul reato di associazione mafiosa e per l’introduzione della confisca dei beni a carico degli appartenenti alla mafia. Nel 2007, riporta Ansa, i giudici di Palermo avrebbero emesso l’ultima di una serie di sentenze che avrebbero consegnato alla giustizia gli esecutori materiali dell’attentato, individuandone anche i mandanti. La storia di Pio La Torre e Rosario Di Salvo è al centro del docufilm di Walter Veltroni intitolato Ora tocca a noi – Storia di Pio La Torre, in onda su Rai 3 venerdì 16 dicembre.
Omicidio Pio La Torre e Rosario Di Salvo: l’agguato e i mandanti
Il 30 aprile 1982, mentre viaggiavano a bordo di una Fiat 132 in direzione della sede del Pci a Palermo, Pio La Torre e Rosario Di Salvo caddero sotto i colpi esplosi da un commando armato che li avrebbe assaliti in piazza Turba. Un attentato che sconvolse le cronache e che resta impresso nella memoria della lotta alla crimalità organizzata come momento cruciale che avrebbe portato a una vera e propria rivoluzione: la legge sul reato di associazione mafiosa e di confisca dei beni agli uomini di mafia. Pio La Torre sarebbe morto in pochi istanti, il suo autista e amico, Rosario Di Salvo, dopo aver tentato disperatamente di difendere se stesso e il dirigente Pci sparando contro il commando.
Secondo quanto ricostruito e riportato dal Centro Studi “Pio La Torre” nel sito web dedicato, il 12 gennaio 2007 la Corte d’Assise d’Appello di Palermo avrebbe emesso l’ultima sentenza all’esito del processo per il duplice omicidio che avrebbe portato a individuare in Giuseppe Lucchese, Nino Madonna, Salvatore Cucuzza, e Pino Greco gli esecutori materiali dell’attentato. Le rivelazioni di uno di questi, stando a quanto emerso, avrebbero permesso di individuare i mandanti dell’agguato nei boss Salvatore “Totò” Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Antonino Geraci. Secondo la ricostruzione, Pio La Torre sarebbe diventato il bersaglio numero uno per il suo incessante impegno antimafia, una “missione” che avrebbe portato avanti anche a costo di perdere la vita per restituire alle nuove generazioni una Sicilia libera dalle trame dell’illegalità.