Il Messico sta sperimentando la pioggia artificiale come strumento a contrasto della siccità. Nel Paese, come riportato da SkyTg24, non piove da diversi giorni, con conseguenze non di poco conto per la popolazione. È per questo motivo che il Governo ha deciso di prendere dei provvedimenti inediti. Sono stati infatti avviati i test del cloud seeding, un sistema di “inseminazione delle nuvole” piuttosto controverso.



La pratica prevede che siano spruzzate delle particelle di ioduro d’argento, tramite l’utilizzo di alcuni razzi posizionati sulle ali e sulla pancia degli aerei, direttamente nelle nubi. Aumentando il livello di umidità, in questo modo, aumenta anche la probabilità di precipitazioni. Non è la prima volta che viene utilizzata. Essa è stata scoperta infatti negli anni ’40 ed è stata sperimentata in circa 50 Stati, tra cui anche la Cina e gli Usa. In Wyoming è stata addirittura creata la neve artificiale. I risultati in genere sono stati soddisfacenti. In Messico fonti governative affermano che nel 2021 l’inseminazione delle nuvole ha generato il 40% in più di precipitazioni.



Pioggia artificiale contro siccità: scienziati si ribellano al cloud seeding

Gli scienziati internazionali tuttavia continuano ad essere scettici sulla possibilità di combattere la siccità con la pioggia artificiale creata con il cloud seedingIn molti sottolineano infatti che questo non rappresenta una soluzione al problema, ma soltanto un temporaneo strumento per interrompere la prolungata assenza di precipitazioni in determinate zone. Le conseguenze inoltre non sono ancora conosciute.

“La mancanza di una completa comprensione dei processi fisici dell’atmosfera e della formazione delle nubi e delle precipitazioni è uno dei limiti per la verifica dei risultati ottenuti in tutti i tipi di progetti di modificazione meteorologica artificiale. Il più grande svantaggio risiede nella variabilità naturale delle precipitazioni”, hanno affermato Fernando García García e Guillermo Montero Martínez dell’Università Nazionale Autonoma del Messico. Gli esperti hanno ribadito inoltre che “non vi è alcuna evidenza che le tecniche di inseminazione delle nubi possano aumentare le precipitazioni su aree di importanza economica, né vi è alcuna certezza degli effetti extrazonali”.