Pippo Baudo, uno degli ultimi re della televisione italiana, si è lasciato intervistare dal Corriere della Sera, svelando cosa pensa dello stato di salute del piccolo schermo. “È un periodo di crisi, perché non c’è varietà e ideazione di programmi. I palinsesti sono tutti uguali” svela. Per lui questo stato di omologazione è dovuto ai reality ed i talent che condizionano le reti “perché è più facile proporre elementi familiari per il pubblico piuttosto che rischiare con un programma ex novo. Aumentano i canali, aumentano i programmi, ma non aumentano le idee”. Come sta la Rai? “Da quando ha il canone in bolletta vive una condizione economica fortunata grazie a un incasso garantito. Avrebbe maggiori possibilità e avrebbe l’obbligo, come servizio pubblico, di variare l’offerta. Invece…”, confida ancora il conduttore siciliano. La colpa potrebbe essere un po’ della pigrizia e un po’ dell’incertezza da parte dei dirigenti che sono emanazione di forze politiche cangianti: “i vertici Rai hanno la sedia che balla sotto di loro, non sono sereni. La tv di Stato dovrebbe creare gruppi di lavoro con il solo scopo di inventare e sperimentare programmi, come accadde con la Rai3 di Guglielmi”.



Pippo Baudo senza filtri parla della TV

Pippo Baudo non ha peli sulla lingua quando confida il genere televisivo che non regge più. “Non sopporto più la cucina in tv, si mangia a tutte le ore e i programmi sono tutti uguali”, racconta. Non si diverte nemmeno con i talk politici perché non c’è polemica dialettica e idee su cui scontrarsi “è un bla bla bla sterile. I talk dovrebbero alimentare la circolazione e il dibattito di opinioni, invece si punta sul sicuro, vuoi per sonnolenza, vuoi per pigrizia: quattro interviste, quattro concetti, e via”. Poi ha commentato la sfida del pomeriggio Cuccarini VS d’Urso: “Lorella è quasi una mia parente, per lei ho un debole. Barbara D’Urso debuttò con me come valletta a Domenica in: diceva al massimo 10 parole, ora ne dice 10 milioni. È inarrestabile. Rimango meravigliato dalla sua capacità di creare dal nulla un discorso lunghissimo, che varia dalla commozione alla risata, una ricchezza degna di Paola Borboni e delle grandi attrici del passato”.  E sul possibile erede appare chiaro: “Io eredi non ne voglio, né mi auguro che ci siano”.

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