Pippo Franco e la preoccupazione da Coronavirus. In un’intervista concessa a Libero il popolare comico, oggi 79enne, ha parlato della pandemia che ha bloccato spettacoli televisivi e show, ha chiuso l’Italia in un lockdown che solo da poco si è parzialmente allentato e ha contribuito a creare un alone di paura che si è rapidamente diffuso. “Sarebbe folle non essere preoccupati, ormai è un sentimento che accompagna la vita di tutti noi” ha detto Pippo Franco, nome d’arte per Francesco Pippo. Attore, cantante, commediografo, cabarettista, conduttore tv: il romano classe ’40 ha fatto di tutto in una carriera lunghissima, comparendo anche come ospite d’onore ad alcune edizioni del Festival di Sanremo con canzoni entrate nell’immaginario collettivo, quali Mi scappa la pipì papà e Chì Chì Chì Cò Cò Cò.
PIPPO FRANCO E LA PREOCCUPAZIONE DA CORONAVIRUS
Oggi però Pippo Franco dice che addirittura il Coronavirus costringe le persone a muoversi al di fuori della Costituzione: non che prima ce ne fosse troppa “visto che tutti gli ultimi governi non sono stati eletti dal popolo”, ma ora i valori costituzionali e della democrazia sono stati sospesi. E dice che la gente non è unita, i virologi hanno posizioni distanti tra loro, della classe politica non è chiaro chi si salvi e allora “visto che i nomi sono presagi punto su Salvini” dice, anticipando che si tratta di una battuta (sai mai che venga bollato per una appartenenza politica anche non vera). Tornando serio, Pippo Franco sostiene la convinzione circa il fatto che i dati sulla pandemia siano “incomprensibili, parziali e forse anche pilotati”. Il motivo? La mancanza di dati certi per formulare statistiche attendibili e le tesi univoche. In più la mistificazione della realtà: “Non ci dicono tutto, è come se ci fossero dei tabù e alla fine alcune informazioni le apprendi solo in rete”.
Dunque, per Pippo Franco tutti danno i numeri; la certezza è che la pandemia ci cambierà perché “l’uomo ha seppellito la propria anima ed è diventato un’ombra, un numero come tanti, un profilo fiscale”. Con un lato positivo, perché questa spersonalizzazione può far sì che venga riscoperto l’essenziale e la scoperta, da parte del comico, di un destino che “ti obbliga a cavalcare i guai e la sofferenza per arrivare al Bene”. C’è poi un altro tema, che non è legato al Coronavirus: la prolungata assenza dalla tv. Pippo Franco rivendica l’appartenenza alla scuola di Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi e Totò: “il mio era un cabaret che viveva dell’osservazione della realtà” mentre oggi la televisione insegna per lui la superficialità, propone unicamente programmi all’insegna del non-contenuto. Per questo motivo Pippo Franco si è dedicato maggiormente a cinema e teatro; a parte Temptation Island, perché la partecipazione del figlio Gabriele “è stata una grazia” perché lo ha aiutato a fare chiarezza nei confronti di una ragazza che frequentava. “Solo attraverso l’esperienza possiamo capire meglio noi stessi e gli altri”.