Pippo Franco negli anni – fin dall’inizio della sua carriera – è sempre stato un fermo sostenitore del ‘politicamente scorretto‘, ancor prima che in termine comparisse su tutti i giornali italiani ed esteri, in un periodo in cui (racconta in un’intervista a Il Tempo) “se un’artista non era spiccatamente di sinistra rischiava di essere additato come qualunquista“, fino addirittura all’esclusione dai palinsesti televisivi. dal conto suo, però, ci tiene anche a sottolineare di non aver mai avuto problemi significativi, anche perché – rivendica Pippo Franco – “ho avuto la fortuna di poter lavorare, e molto, in un momento di grande fervore, del teatro, del cinema, ma anche della televisione” e chi in quegli anni subì censura – e cita esplicitamente “Dario Fo, artista incredibile” – lo fece perché portarono “i programmi troppo dalla [loro] parte”.
Lui, i suoi spettacoli e i team con cui ha lavorato hanno avuto il grande pregio, a differenza del citato Fo, di “fermarci ad un certo punto. Raccontavamo gli aspetti paradossali della vita pubblica, cercavamo di strappare un sorriso, magari amaro” ma sicuramente – rivendica nuovamente Pippo Franco – “non eravamo di parte, non lo siamo mai stati. Con i nostri spettacoli si rideva, ci si divertiva, non eravamo comizi, invettive o sermoni“.
Pippo Franco: “Mai avuto problemi con il politicamente corretto, ma oggi servirebbe più libertà di parola”
Proprio per questa ragione Pippo Franco pensa di essere stato ‘graziato’ da quel periodo difficile per gli artisti di destra, e sempre al Tempo confessa di “non aver mai avuto problemi con le mie idee nella mia carriera. Nessuno mi ha mai fermato”, nonostante il suo cabaret non fosse “certo Marxista”. Un’esperienza positiva che poi si è replicata anche a ‘Bagaglino’ nel quale ricorda che tutti “i politici della cosiddetta Prima Repubblica erano ben felici di essere invitati“, vedendo nel programma di Pippo Franco – spiega lui stesso – “una sorta di patente: chi veniva era considerato uno che contava, uno potente”.
Nel suo studio ricorda che sono passati – tra i tantissimi altri – anche Bettino Craxi, che “era tutt’altro che disturbato dall’imitazione che veniva fatta dall’ottimo Zerbinati”, e un Giulio Andreotti “sempre sorridente e mai ostile”. E guardando, infine, all’attuale situazione televisiva e artistica, Pippo Franco preferisce non entrare nel merito delle polemiche, ma ci tiene a sottolineare che per lui “al centro di tutto c’è la libertà. Oggi tutti abbiamo la possibilità di parlare e di esprimerci come meglio crediamo” ricordando in particolare che “viviamo in uno stato democratico”.