Pirelli, dopo le valutazioni del governo di ricorrere alla procedura del golden power, parla anche Tronchetti Provera avvertendo che “La partecipazione della Cina si fa sempre più ingombrante“, l’imprenditore nell’audizione dei soci italiani dell’impresa ha ribadito che stanno sempre più aumentando le pressioni da Pechino per interferire nella gestione del gruppo. Il Financial Times ha anticipato in base ad alcuni “rumors” che “L’Italia sta valutando la possibilità di invocare la tutela della sicurezza nazionale, pur di ridurre il diritto di voto della Sinochem“.



La società cinese, in base a quanto sostengono le fonti del quotidiano finanziario, potrebbe presto essere costretta rivedere ulteriormente la percentuale di quota di partecipazione, dopo che questa era stata già ridotta nel 2017. Le relazioni tra la parte italiana e quella cinese si sono ormai raffreddate,  ufficialmente da quando sono state avviate le revisioni sui patti a causa della nuova tecnologia basata su microchip di controllo che Pirelli vuole implementare. Ma in realtà, gli analisti affermano che il vero problema risiede nella necessità di limitare il controllo sulla società italiana dopo che da Pechino avevano tentato di acquisire maggiore potere sulle decisioni aziendali.



Pirelli, Italia limiterà la partecipazione della cinese Sinochem

Sul caso Pirelli e la possibilità di utilizzare il golden power per ridurre la partecipazione cinese è intervenuto Tronchetti Provera in Parlamento. Le sue richieste di agire e le avvertenze sui rischi di una presa di controllo da parte del regime di Xi, hanno alimentato la crisi diplomatica con la Cina. L’imprenditore infatti ha detto chiaramente “fermate Pechino“, e gli altri manager italiani sono stati tutti d’accordo sul fatto che sarebbe urgente e necessaria una limitazione alla partecipazione nelle decisioni aziendali.



Ora oltre che il problema economico, ne va anche dell‘immagine dell’Italia che Pirelli rappresenta nel mondo industriale. Anche se, come sostiene il Financial Times, dalla Cina avrebbero più volte ribadito il fatto che non intendono in alcun modo ritoccare il marchio o intaccare la storia del colosso degli pneumatici. Il problema principale però è che la Sinochem è anche una società militare che rappresenta il partito comunista cinese. Il governo per ridurre i rischi ora potrebbe arrivare a congelare totalmente le quote di Pechino e la sfida potrebbe presto spostarsi sul piano politico.