“L’inquinamento dell’aria è la prima causa di morti premature in Europa”. A dirlo, in una intervista a Repubblica, è Nicola Pirrone del CNR. I dati parlano chiaro: in Italia ogni anno ci sono 47 mila decessi per il particolato fine pm2.5, 11 mila per il biossido di azoto e 5 mila per l’ozono. Le malattie connesse a questo fenomeno sono innumerevoli. “La causa non è chiara, ma ci sono studi che lega un’incidenza maggiore dell’Alzheimer all’abitare in aree urbane inquinate. Poi ci sono gli effetti sull’apparato respiratorio e su quello circolatorio”.



È per questo motivo che l’invito è a proteggersi. “È da evitare l’attività fisica nel traffico. Quando vedo chi corre ai bordi di una strada mi vien voglia di accostare e spiegargli a cosa va incontro. I bambini, anziché nel passeggino, possono essere portati nel marsupio. Anche gli anziani dovrebbero evitare le zone e le ore più inquinate, perché sono un’altra categoria a rischio”. Anche a casa, però, non si è esenti dai rischi. “In un palazzo in pieno traffico, i primi due o tre piani sono i più a rischio. Lì le finestre andrebbero chiuse, se circolano le macchine. In orizzontale bisogna allontanarsi di un centinaio di metri dal traffico per veder calare l’inquinamento del 70%”.



Pirrone (CNR): “Inquinamento prima causa di morti premature”, Signorelli conferma i rischi

Anche Carlo Signorelli, professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, è preoccupato dagli effetti dell’inquinamento dell’aria. “Innanzitutto, a breve termine possono comparire le infiammazioni delle vie aeree respiratorie, a cominciare dalle bronchiti, poiché in presenza di aria inquinata l’epitelio presenta un’azione difensiva ridotta. A lungo andare, poi, c’è anche un rischio cancerogeno: chi vive in città ha un pericolo maggiore, soprattutto se è fumatore; non dimentichiamo che due fattori di rischio combinati hanno un effetto sinergico”, ha spiegato.



Il consiglio dunque è quello di esporsi allo smog il meno possibile. “È opportuno ridurre la permanenza all’aria aperta nei giorni di grande inquinamento, evitando gli sport come la corsa e la bicicletta: con l’attività fisica, infatti, l’inspirazione è maggiore di 4-8 volte rispetto alla respirazione a riposo”. E su come capire quando è meglio non uscire: “I giorni più inquinati sono facilmente identificabili: normalmente abbiamo un’atmosfera senza nuvole, senza vento, e quindi senza movimenti d’aria. In queste condizioni si crea infatti il fenomeno dell’inversione termica: gli inquinanti sono intrappolati e ricadono sul suolo, anziché disperdersi negli strati alti dell’atmosfera”.