Mentre il “bollettino” della crisi di Governo segna fortissima tempesta tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte – decisivi saranno i prossimi 2-3 giorni – sul Corriere della Sera a prendere le decise parti del “non proprio alleato” di Italia Viva è l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. «Non dimentichiamo che il primo governo Conte non è caduto per scelta del premier ma per una decisione di Salvini. Un governo che aveva fatto leggi vergognose. E non dimentichiamo che Conte aveva dichiarato di non essere disponibile a guidare maggioranze diverse. Non proprio un esempio di buona politica», attacca l’ex leader della “sinistra arancione”.



Gli errori di Conte, mischiati ad una maggioranza tutt’altro che forte, rischiano di portare il Paese nel pieno di una crisi senza apparente vie d’uscita rapide: «Conte vuole fare tutto da solo, la sua proposta sull’uso dei fondi del Recovery fund era sbagliata. Era giusto intervenire. Next generation Eu deve essere un progetto ambizioso, che disegna il futuro, non uno sconto per cambiare i rubinetti come vediamo nella finanziaria. I temi importanti sono senza risposta da parte del premier: il Mes, la scuola che non riparte, il tema delicatissimo dei servizi. Non lo dico io ma la Costituzione». Secondo Pisapia, Renzi non solo ha ragione ma pone dei punti doverosi «Anche se le modalità sono discutibili».



PISAPIA “PICCONA” IL GOVERNO CONTE

Dunque che fare ora sembra abbastanza chiaro per l’avvocato milanese, o meglio cosa sicuramente “non fare”: «Il presupposto perché ci possa essere un Conte ter è che si trovi l’unanimità della maggioranza su tutti i temi su cui oggi c’è divisione. Non mi sembra che ci sia». Ma se il Conte-ter non avrebbe senso né condizioni, manco le elezioni anticipazioni vengono viste di buon grado da Pisapia: «Sarebbero una sciagura. Questa è, al momento, e aggiungerei purtroppo, l’unica coalizione possibile. Sarebbe inaccettabile andare alla ricerca di voti nel campo avverso — non chiamiamoli responsabili, per favore! — ma ci deve essere un radicale cambiamento nel governo».



Ai tempi della crisi del Papeete, Pisapia suggerì alla sinistra e al Pd di creare un “governo di scopo” per evitare l’accodo con i 5Stelle: «l’ultima spiaggia qualora non si risolvessero i problemi all’interno della coalizione. Più che governo di scopo, lo chiamerei di programma, limitato a determinate decisioni. Per far questo è necessario una nuovo presidente del Consiglio che goda delle fiducia di tutti, in grado così di avere una maggioranza più ampia». Di nomi Pisapia non ne fa, ma l’identikit (alla Draghi, aggiungiamo noi) sembra chiaro «Per mia conoscenza ci sono tante persone che possono avere la fiducia di una maggioranza molto più ampia, con in più l’impegno a non candidarsi alle prossime elezioni. Questo garantirebbe forza e coraggio per prendere, qualora fosse necessario, decisioni impopolari».