Piste da sci chiuse anche dal 7 gennaio? A mettere in dubbio quanto in molti davano per scontato, ovvero che dopo le feste gli impianti sciistici avrebbero avuto via libera da parte del governo, sono le correzioni che il Comitato Tecnico Scientifico ha sottoposto alle Regioni, rendendo quanto mai in discussione la riapertura. Come riportato dal Corriere della Sera, nell’ultimo verbale della riunione tra esperti tenutasi il 24 dicembre, vengono evidenziate numerose “carenze” nel piano consegnato dai governatori. Nel documento si legge: “Una parte rilevante dei mezzi di risalita nei comprensori sciistici (in particolare cabinovie e funivie) presentano caratteristiche strutturali e di carico tali da poter essere assimilati in tutto e per tutto ai mezzi utilizzati per il trasporto pubblico locale (autobus, filobus, tram e metropolitane), rappresentando pertanto un contesto a rischio di aggregazione medio-alto, con possibilità di rischio alto nelle ore di punta in base alla classificazione del livello di rischio di contagio da SARS-CoV-2“. Secondo gli esperti del CTS, alla luce di queste evidenze “deve pertanto prevedersi un’efficace riorganizzazione del sistema degli impianti di risalita da affiancare a misure di prevenzione e protezione collettive e individuali che necessitano, comunque, della collaborazione attiva degli utenti che dovranno continuare a mettere in pratica i comportamenti previsti per il contrasto alla diffusione dell’epidemia“.
PISTE DA SCI CHIUSE ANCHE A GENNAIO?
Scrive ancora il Comitato Tecnico Scientifico in riferimento alle piste da sci che, “nell’ottica della loro prossima riapertura, che dovrà comunque essere preceduta da una propedeutica rivalutazione della situazione epidemiologica, deve necessariamente essere messo in evidenza che le misure proposte possono trovare applicazione solo nel caso in cui l’andamento epidemiologico a livello di Regione o Provincia Autonoma sia compatibile con la classificazione del rischio nella cd. zona gialla“. Nell’indicare le modalità di riapertura, gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico precisano che “potrà essere ammessa una occupazione al 100% delle seggiovie, con obbligo di indossare la mascherina chirurgica o di comunità e il divieto di abbassare la calotta antivento ove presente“. Se invece “dovesse rendersi necessaria la chiusura della calotta (ad esempio per condizioni meteo avverse o temperature eccessivamente basse) dovrà necessariamente prevedersi la riduzione della capienza al 50% anche per le seggiovie, fermo restando l’obbligo di mantenere la mascherina durante tutto il trasporto“. Discorso diverso “per gli impianti chiusi (cabinovie e funivie), dove va operata la riduzione della capienza al 50% a cui associare sempre l’uso obbligatorio della mascherina“.
PISTE DA SCI CHIUSE ANCHE A GENNAIO? CTS CONTRO I GOVERNATORI
Rispetto al “contingentamento delle presenze sui campi da sci mediante l’introduzione di un tetto massimo di skipass giornalieri vendibili, si sottolinea la necessità di declinare criteri chiari per la definizione di tali tetti massimi che tengano conto non solo delle quote giornaliere ma anche di quelle settimanali e stagionali“. Ciò significa che a detta degli esperti “andrebbe anche previsto un sistema di prenotazione che possa consentire una gestione strutturata del numero di utenti che possono effettivamente accedere ai comprensori sciistici ed ai relativi impianti di risalita in ogni singola giornata, anche attraverso il coordinamento non solo (come già previsto) con i rappresentanti di categoria e le Autorità Sanitarie competenti, ma anche con i rappresentanti delle strutture ricettive“. Gli esperti bacchettano ancora i governatori sottolineando come manchino le “previsioni relative alla gestione dei flussi per il controllo dello skipass o di altre tipologie di titoli di accesso“. Poiché le linee guida – scrivono – “devono potersi applicare a tutti i contesti sul territorio nazionale, è necessario mettere a punto misure idonee ad evitare assembramenti ed a ridurre le occasioni di contatto in tutte le realtà in cui la verifica del titolo di viaggio nel corso dell’intera giornata non possa essere svolta con modalità contact-less, soprattutto nei prevedibili momenti di maggiore afflusso“. In ogni caso, concludono, vanno “aggiornate le linee guida — equiparate al trasporto pubblico — le cui misure, comprese le eventuali deroghe, erano state delineate nel corso dello scorso mese di luglio 2020, in una fase della pandemia caratterizzata da un numero stabilmente molto basso di nuovi casi giornalieri in condizioni di bassa incidenza“.