L’idea è di introdurre delle modifiche alle detrazioni fiscali, per far pagare meno tasse a chi ha più figli a carico, magari rivedendo le detrazioni che sono appannaggio di chi figli non ne ha. Un provvedimento da 6 miliardi di euro che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, secondo Il Foglio, ha in animo di varare per cercare di segnare un’inversione di tendenza rispetto al calo demografico, che ormai da decenni rappresenta una costante della società italiana. Un intervento necessario per fare in modo che nei prossimi anni il nostro sistema economico e di welfare sia sostenibile, indispensabile, insomma, alla sopravvivenza stessa del Paese. Se fosse attuato, spiega Gianluigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità, insieme all’assegno unico potrebbe cambiare veramente le cose. Anzi, a sostenerlo non dovrebbe essere solo la maggioranza, ma anche l’opposizione.
Cosa significa la proposta di Giorgetti? Rappresenterebbe davvero un cambio di passo per rilanciare le nascite e la famiglia?
Giorgetti questa cosa ce l’ha in mente da sempre. La novità è che la proposta la fa chi ha il peso politico per farla, cioè il ministro dell’Economia. I temi della natalità, della famiglia, del fisco non rientrano nelle politiche familiari ma in quelle economiche. Non può occuparsene un ministero senza portafoglio. Questa idea dà molta forza a qualcosa che l’associazionismo familiare chiede da sempre.
È un provvedimento sufficiente a smuovere la situazione o è l’inizio di un processo che deve essere sviluppato?
È un inizio serio: 6 miliardi sono un segnale forte, capace di avere un impatto vero. Non come quando si stanziano 600 milioni un anno e un miliardo l’anno dopo: così facendo gli interventi sono talmente frammentati che non se ne vede l’effetto.
Rappresenterebbe un modo diverso di approcciare il problema?
Uno dei grandi problemi dell’Italia è che non abbiamo capito che il bene comune non è la somma degli interessi particolari. Da 15 anni le leggi di bilancio sono la somma di questi interessi: qualche miliardo per quota 110 e le pensioni, altri per il cuneo fiscale, altri ancora per il reddito di cittadinanza e i disoccupati. Ogni categoria batte cassa, con la politica che parcellizza le risorse senza definire l’idea di Paese che vuole dare. Parcellizzando, poi, va a finire che si scontentano tutti. In questo modo, invece, si andrebbe a dare un segnale chiaro della direzione verso cui si vuole andare riguardo al tema della natalità e delle politiche familiari.
Dunque quella su Giorgetti è una bella notizia.
È una bellissima notizia, l’auspicio è che tutto il governo dia seguito alla proposta e anche l’opposizione non faccia polemiche: è un piano che non potrà essere disatteso da chi governerà in futuro. Finalmente si applica un’idea di cui si sente parlare da tempo, e non lo si fa con un bonus, ma con una riforma strutturale.
Cosa cambia in termini di impostazione del sistema fiscale?
La novità, l’aspetto che impatta, è che finalmente si parla di progressività e di equità fiscale. Oggi noi stiamo vivendo una situazione di discriminazione fiscale: chi ha figli viene penalizzato. Pagando le tasse in base al reddito e non alla composizione familiare, chi non ha figli è avvantaggiato. Una famiglia con tre figli, che fa i salti mortali per arrivare alla fine del mese, paga le stesse tasse di chi ha un reddito identico ma vive da solo, con la differenza che quei tre figli poi contribuiranno a pagare il sistema pensionistico, quello sanitario, il welfare anche per chi di figli non ne ha fatti. Tutti devono fare il tifo per questa riforma.
Si tratta di una riforma che, tra l’altro, non è annunciata per i prossimi anni, ma dovrebbe essere già in cantiere. È così?
Mi sembra che ci sia la volontà di dare un segnale forte subito. Se sommiamo questo provvedimento all’assegno unico, ci troviamo di fronte a una politica molto innovativa per il Paese e sono sicuro che impatterà realmente sulla fiducia delle famiglie italiane e sulla nascita dei figli.
Quindi la voglia di fare figli rimane? Deve solo essere supportata?
In Italia i figli rappresentano la seconda causa di povertà: le famiglie non vogliono mancette, ma giustizia, equità; la proposta di Giorgetti va in questo senso, realizza un sistema più equo nella tassazione italiana. Le famiglie sostenute in questo modo saranno quelle che negli anni contribuiranno a tenere in piedi il nostro sistema economico e di welfare: il tema della natalità riguarda le politiche economiche. Questo è un provvedimento attraverso il quale il ministro dell’Economia dice: “Stiamo andando contro un muro, perché non ci saranno soldi per le pensioni e crollerà il sistema sanitario. Dobbiamo dare uno choc, iniziamo con questi 6 miliardi”.
(Paolo Rossetti)
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