Cresce il numero di minori incarcerati dopo il decreto Caivano. Una soluzione residuale, ma il numero di reclusi è cresciuto e questo rende felice il governo dopo la pubblicazione del Dl 123/2023, entrato in vigore a metà settembre. In tre mesi, i ragazzi e i giovani reclusi nei 17 istituti penali minori presenti in Italia sono aumentati del 16%, passando da 426 del 15 settembre al 495 del 15 dicembre scorso. La maggior parte dei reclusi sono maschi (le ragazze sono solamente 13) con una forte presenza di stranieri: 270 a fronte dei 224 italiani.



I giovani presi in carico dalla giustizia minorile sono però soprattutto italiani: il 78% a fronte del 22% di stranieri. I ragazzi stranieri, spesso privi di reti familiari e sociali, sono però di più in carcere. “La loro sovrarappresentazione in carcere dimostra che l’assenza di punti di riferimento riduce le possibilità di accesso alle misure alternative alla reclusione” spiega al Sole 24 Ore Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone, associazione che garantisce i diritti e le garanzie nel sistema penale. Le sanzioni al di fuori degli istituti penali sono la strada più seguita per i minori e per i giovani adulti: l’obiettivo è infatti questo di favorire il recupero sociale e i percorsi educativi.



Cresce il numero di giovani in carcere nel 2023

Nel 2023 la percentuale dei ragazzi in carcere è cresciuta rispetto alla totalità di quelli presi in carico dalla giustizia minorile: 3,5% mentre nel 2021-2022 era stata del 2,5%. Il periodo pandemico aveva ridotto gli arresti: a fine 2020 erano 305 per i minori, ma nel 2021 avevano ripreso a crescere. Nell’estate del 2023 hanno raggiunto i 400 ma l’aumento maggiore si è registrato da ottobre in poi. Il decreto Caivano è stato varato a settembre, dopo lo stupro di due cuginette di appena 10 e 12 anni, avvenuto proprio nel Comune campano. Il Dl 123/2023 ha allargato le possibilità di ingresso in carcere, ampliando anche la gamma di reati, spiega il Sole 24 Ore. Ha inoltre ridotto la soglia di pena per la custodia cautelare e consentito l’arresto in flagranza per detenzione e spaccio di stupefacenti.



“La giustizia penale minorile italiana è un modello che va difeso e al quale guarda l’intera Europa: non va messo in discussione” secondo Susanna Marietti. “Mentre il decreto Caivano spinge su una pericolosa omologazione degli strumenti per i minori con quelli per gli adulti, sulla base di allarmi generati da fatti di cronaca ma in assenza di una reale emergenza legata alla criminalità minorile. E la stretta sul penale non avviene solo con le leggi ma anche con le indicazioni informali” conclude la coordinatrice nazionale di Antigone.