«Più morti di tumore per colpa del governo». A lanciare l’accusa è Lorenzo Spaggiari, che dirige la chirurgia toracica dello Ieo, l’Istituto europeo di oncologia fondato da Umberto Veronesi. «Quando il governo ha ordinato di chiudere gli ambulatori oncologici forse non ha pensato che la diagnosi di un tumore al polmone non può essere rinviata», dichiara in un’intervista a Libero. Pur riconoscendo la pericolosità del coronavirus, soprattutto per i pazienti oncologici, sottolinea l’importanza della prevenzione, un concetto che peraltro si sente ripetere spesso e che ha un significato profondo. «Il cancro, se non lo si cura in tempo, porta a morte certa. Qualcuno si è dimenticato che il mondo, pur alle prese col virus, andava avanti, che le altre malattie continuavano ad esistere». Spaggiari, che è anche professore di Medicina, oltre che vicedirettore del Thoracic Oncology working group dell’associazione europea per la chirurgia cardiotoracica, ritiene che l’Italia abbia quindi «accumulato un ritardo drammatico».



SPAGGIARI “PIÙ MORTI DI CANCRO PER GOVERNO”

La cosa ancor peggiore è che è tardi per recuperare secondo Lorenzo Spaggiari. «Ci saranno molte morti collaterali al virus». Nei tre mesi di chiusura degli ambulatori oncologici potrebbero essere peggiorate le condizioni di molti pazienti. «Io sono un oncologo, non voglio buttarla in politica, ma un governo dovrebbe avere l’intelligenza di capire che ci sono strutture che non vanno mai chiuse, il cancro non aspetta». Nell’intervista rilasciata a Libero spiega anche che la Regione Lombardia per fortuna ha contenuto il problema con un piano che verrà pubblicato sull’European Journal of Cardiology surgery. «Ha creato due centri di eccellenza non Covid per pazienti oncologici». Così 200 persone, oltre a quelle già in carico, sono state prese in carico anche con la collaborazione del Niguarda e del San Raffaele. «Abbiamo operato tutti quelli in lista d’attesa, ma a causa del calo forzato delle diagnosi ora ci sono pochi pazienti». Questo perché si è fermata l’attività di diagnosi a causa del lockdown.

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