Una norma salva-città imporrà più tasse ai cittadini per risanare i conti dei Comuni, con l’aiuto del governo. Secondo quanto stabilito, infatti, i grandi Comuni in difficoltà avranno la possibilità sottoscrivere un accordo per il ripiano del disavanzo ed evitare il dissesto. C’è però una condizione: impegnarsi in una serie di misure di equilibrio finanziario. Queste vanno dall’incremento dello 0,2 per cento dell’aliquota dell’addizionale Irpef alla riduzione delle posizioni dirigenziali. L’obiettivo ultimo è quello di utilizzare al meglio i fondi del Pnrr e migliorare la qualità dei servizi.



Nelle prossime settimane, le Amministrazioni dovranno decidere se accettare l’offerta del Governo, che però porterebbe all’imposizione ai propri cittadini di un aggravio per tenere il bilancio in ordine. La norma riguarda i capoluoghi di Provincia ed è stata inserita nel decreto energia dedicato al sostegno agli enti territoriali. L’opzione riguarda essenzialmente 14 Comuni che nel 2020 hanno avuto un disavanzo pro capite superiore ai 500 euro. Parliamo di Alessandria, Rieti, Frosinone, Chieti, Salerno, Avellino, Andria, Lecce, Brindisi, Potenza, Vibo Valentia, Catanzaro, Agrigento e Nuoro.

COME FUNZIONA NORMA CHE SALVA-CITTÀ MA TASSA CITTADINI

Anche altri comuni si trovano al di sopra della soglia dei 500 euro per abitante ma non rientrano nella norma salva-città. Si tratta di Napoli, Reggio Calabria, Torino e Palermo. Questi, in quanto capoluoghi di area metropolitana, rientrano in una normativa ad hoc inserita nell’ultima legge di Bilancio. Fuori anche Roma Capitale, che ha un deficit pro capite più basso. Per aderire all’offerta del Governo, i Comuni dovranno impegnarsi in una serie di obblighi: si parte dall’incremento dell’addizionale Irpef, con 0.2 per cento in più.
Ci sono poi altre misure che i Comuni sono chiamati a rispettare. Ad esempio dovranno ottenere un miglioramento pari ad almeno il 20 per cento del disavanzo da ripianare, che può comprendere un aumento di canoni di locazione e di concessione, incremento della riscossione anche tramite rateizzazione delle somme dovute, riduzione del 2 per cento delle spese generali e di gestione, piena attuazione delle misure di razionalizzazione delle società partecipate, riorganizzazione della struttura amministrativa con obiettivo prioritario di snellire le posizioni dirigenziali, riordino degli uffici per evitare doppioni, gestione unitaria dei servizi strumentali, contenimento della spesa per il personale in base alla riduzione delle posizioni, razionalizzazione degli spazi per risparmiare sugli affitti, nonché ulteriori misure decise dallo stesso Comune. È richiesto inoltre un incremento degli investimenti da realizzare anche attraverso l’utilizzo dei fondi del Pnrr.

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