Caro direttore,

a me non stupisce che i francesi siano sciovinisti, snob, sostanzialmente razzisti. Sono sciovinisti, snob, sostanzialmente razzisti, anche e soprattutto quando fanno quelli di sinistra e bohémien.

Lo spot disgustoso sul pizzaiolo italiano che scatarra germi coronavirus sulla focaccia da servire ad ignari avventori fa il paio con altre espressioni di disprezzo nei confronti di italiani, belgi, pieds noir. Nulla di nuovo. In questo caso, semmai, si trattava di satira e la satira allargando i suoi limiti all’inaccettabile più volte ha dato pessima prova di sé, ledendo la dignità delle persone. Giova ricordare che anche i vignettisti di Charlie Hebdo giocano pesante, e scorretto, anche se nulla giustifica le bombe contro di loro.



Nel programma mandato in onda da Canal+ si prendeva in giro anche il governo francese, a più riprese. Questo diminuisce la responsabilità di un messaggio mendace e offensivo nei confronti del nostro paese? Affatto. Tuttavia bisogna riflettere su cosa significhi l’estensione dei diritti ad libitum, anche quando cozzano con la libertà e il rispetto altrui.



Tocca riflettere ancora quando le manifestazioni anti-italiane ricevono il plauso degli intellò nostrani, dei politici nostrani, cui i sorrisini di Sarkozy hanno fatto comodo, ad esempio. Che non sono stati mossi da indignazione e non hanno replicato con durezza alle modalità barbare con cui chi ci insegna fraternité eccetera sono stati respinti i migranti a Ventimiglia, e perfino le donne profughe incinta che tentavano di passare dalle montagne della nostra Val di Susa in territorio francese. E potremmo continuare con gli inchini recenti a Macron in visita pastorale a supportare il periclitante Conte.



Ah, la République! Che sogno un presidente di sinistra, bello, elegante, che trasforma i desideri in diritti, che si vergogna di usare i termini padre e madre… com’è progressista, com’è avanti. Altro che noi.

In fondo, quest’immagine dell’italiano medio pizza e mafia ce l’abbiamo dentro, salta fuori negli sprezzanti commenti con cui ogni manifestazione di popolo viene bollata come populismo. La pizza, ancora! Meglio un’apericena vegana, n’est-ce pas? E allora, mentre cediamo terreno in Libia, e permettiamo a Macron di muovere, lì come in Siria, le pedine del suo Risiko strategico, infiammiamoci di orgoglio patriottico per una clip televisiva. Vediamo se il nostro ministro degli Esteri avrà il fegato di gridare il suo dispetto e dispiacere ad alta voce.

Che poi, diceva mia nonna, non dire mai che di quell’acqua non vuoi berne, perché anneghi. Abbiamo comici geniali che saprebbero inventare sketch brillanti ed efficaci sul faux filet e i grand crus, se lo volessero. Ma abbiamo stile, noi, e sui malati non ci mettiamo a ridere.

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