L’IMPEGNO DI ISRAELE CONTRO LE VIOLENZE AI CRISTIANI: IL COMMENTO DI MONS. PIZZABALLA
Vi è del sincero apprezzamento nel Patriarca latino di Gerusalemme – Sua Beatitudine Pierbattista Pizzaballa – per la visita dello scorso 9 agosto del Presidente di Israele Isaac Herzog e di sua moglie al Monastero Stella Maris di Haifa. Raggiunto dalla Radio Vaticana in vista del prossimo Concistoro del 30 settembre dove verrà nominato cardinale della Chiesa Cattolica, Pizzaballa racconta tutto il periodo difficile per Israele e per i cristiani di Terra Santa vittime di attacchi e violenze.
«La visita del Presidente Herzog è un gesto che conferma la determinazione a voler combattere il doloroso fenomeno degli attacchi e delle aggressioni ai cristiani»: proprio quel monastero carmelitano è stato oggetto negli ultimi tempi di violente aggressioni da parte di ebrei estremisti, così come in generale da inizio 2023 sono aumentate gli attacchi contro i cristiani anche a Gerusalemme. Intervistato da “La Stampa” lo scorso marzo, Pizzaballa raccontava come «la speranza non va mai perduta, ma la situazione sta rapidamente peggiorando. Noi cristiani siamo diventati recentemente oggetto degli attacchi degli estremisti della destra religiosa israeliana».
IL PATRIARCA DI GERUSALEMME PIZZABALLA INCONTRA IL PRESIDENTE PALESTINESE ABU MAZEN
Il Patriarca Pizzaballa ha accolto ad Haifa il Presidente Herzog assieme ai carmelitani del monastero e al patriarca della Chiesa ortodossa di Gerusalemme Theophilos: «compiacimento per questo atto che sostiene l’appello a stabilire un quadro più stretto di pace, comprensione e coesistenza», rilevano i capi delle Chiese cristiane in Terra Santa. Nella nota poi continuano sottolineando come quello attuale è un periodo di grandi tensioni all’interno di Israele, «tra israeliani e palestinesi, e la voce del presidente israeliano, soprattutto per quanto riguarda gli attacchi e le aggressioni ai cristiani, è stata una voce molto chiara, molto determinata, forse l’unica così autorevole nel mondo politico israeliano, apprezzata da tutti. E la sua visita in uno dei luoghi più colpiti in questo periodo è un gesto che conferma la sua determinazione a voler combattere questo fenomeno così doloroso».
È poi ancora mons. Pizzaballa che alla stampa vaticana racconta dell’impegno preso da Herzog testimoniato anche dalla visita con lui del capo della polizia Yaakov Shabtai: «maggiore coscienza del problema che forse prima era stato un po’ troppo sottovalutato». Al netto di ciò, sottolinea ancora il futuro cardinale scelto dal Papa, non sarà mai solo la polizia e il potere politico a garantire la piena pacificazione: «bisogna lavorare alla radice, cioè sull’educazione al rispetto dell’alterità, cosa che in questo periodo in Terra Santa non è così di moda. L’altro viene visto come una minaccia, Gerusalemme è per me, quindi non può essere anche tua, e così via». La mancanza di fiducia, chiosa Pizzaballa, genera continua violenza e dunque occorre lavorare «soprattutto sul piano religioso tra cristiani ebrei e musulmani, perché questa cultura dell’esclusione dell’altro non vada troppo in profondità nella coscienza della popolazione». Un ulteriore importante gesto di pacificazione portato avanti dal Patriarcato di Gerusalemme con l’impegno massimo di mons. Pizzaballa è il nuovo incontro con il leader palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbass, ndr) avvenuto sempre lo scorso 9 agosto: «ha voluto congratularmi per la mia nomina a cardinale ma anche per valutare la situazione generale. È un periodo in cui chi vuole la pace non è molto ascoltato, ma dobbiamo continuare a cercare queste persone, perché verrà il momento in cui avremo bisogno di loro».