PIZZABALLA, DALLA TERRA SANTA LA “SVEGLIA” ALLA CHIESA: “PARLIAMO PIÙ DI DIO, TUTTO VIENE DA LÌ”

Nel Concistoro del prossimo 30 settembre il Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, sarà nominato da Papa Francesco cardinale della Chiesa Cattolica, ed è proprio ai suo fratelli che l’ex Custode di Terra Santa rivolge un’autentica “sveglia” per rinnovare l’esperienza di testimonianza nel mondo. Intervenendo con i giornalisti dei settimanali cattolici vincitori del concorso “8xmille senza frontiere”, ospitati a Gerusalemme, Pizzaballa non nasconde quelli che sono gli attuali problemi nel mondo del cattolicesimo.



«Vedo una Chiesa timorosa, poco audace. Una Chiesa che parla poco di Dio, ma da lì si deve partire. Deve stare attenta ai bisogni alle priorità dell’ uomo ma il punto di partenza è Dio»: il patriarca cattolico parla della Chiesa italiana ma in realtà allarga il discorso a preti e vescovi di tutto il mondo, «Una Chiesa che fa fatica a dire una parola di orientamento alla vita sociale, soprattutto alle nuove generazioni ma non solo».



IL CARDINALE DESIGNATO PIZZABALLA: “SEGUIRE GESÙ, LA CHIESA È UN PO’ STANCA PERÒ…”

Di fronte ai tanti cambiamenti che la società odierna mostra, dalla Terra Santa all’Europa, passando per lo scontro tra “filosofie di vita” tra Occidente e Oriente, il prossimo cardinale Pizzaballa “stana” le responsabilità della Chiesa più volte richiamate in questi anni dagli appelli di Papa Benedetto XVI e Papa Francesco: «Di fronte a questi grandi cambiamenti di una società che sta diventando sempre più multiculturale, multireligiosa, deve dire una parola di orientamento sereno. Una Chiesa che si preoccupa di tante questioni che mi paiono molto di élite, ma che tocchino poco la vita reale della gente».



Non solo critiche però, il Patriarca latino di Gerusalemme riconosce come vi siano per fortuna ancora «tante bellissime realtà di territorio. Parrocchie con parroci meravigliosi. Vedo nel territorio tante realtà molto belle e positive, però in generale come Chiesa è in una fase un po’ di stanchezza». Nella recente meditazione settimanale al Vangelo della Domenica di inizio settembre, mons. Pizzaballa ha ricordato come occorra sempre ripartire da Gesù, fulcro di tutto e origine incarnata della Chiesa: occorre però seguirlo convertendo il proprio cuore, di continuo, «Non è possibile seguire Gesù e contemporaneamente rimanere dentro lo schema mentale che ci fa prediligere il successo, il potere, l’affermazione di sé. Sono due realtà incompatibili». Per Pizzaballa, quel “rinnegare la propria vita per seguire Gesù” è qualcosa di molto più liberante di quanto sembri: «Non si tratta di rinnegare ciò che di bello e di buono è in noi, ma ciò che in noi è scandalo, ovvero ci impedisce di entrare nella logica del dono di sé. Questo è possibile solo dentro un contesto di amicizia e di fiducia grande: solo chi si fida della Parola, chi crede che la Parola salva come ha salvato i discepoli nella tempesta, come ha salvato la figlia della donna straniera, allora è libero dalla propria logica di morte e ritrova se stesso perdendosi nell’amore».