LA CONDANNA DEL PATRIARCA PIZZABALLA SULLE ATROCITÀ DELLA GUERRA IN ISRAELE

Dopo le iniziali incomprensioni tra i Patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme con Israele, il neoeletto cardinale Pierbattista Pizzaballa esclude qualsiasi tipo di ambiguità circa l’attacco di Hamas allo Stato ebraico: «ma non è il momento di fare polemiche con il ministero. Comprendiamo totalmente lo stato d’animo, lo sgomento e la rabbia per l’orrore e la barbarie che si è vista nei giorni scorsi. Mi pare una nota eccessiva nei toni e nei contenuti (facendo riferimento alle parole dell’ambasciata israeliana contro la nota delle Chiese di Terra Santa, ndr), ma in questo momento vogliamo costruire relazioni, guardare avanti».



Lo dice il cardinale e Patriarca latino di Gerusalemme al “Corriere della Sera” appena di ritorno in Terra Santa dopo aver seguito i primi giorni del Sinodo in Vaticano: «Il Papa, la Santa Sede, ne ho parlato con tutti e tutti sono molto preoccupati e sgomenti per ciò che è accaduto e per come è accaduto, una tragedia orribile, così all’improvviso». Al momento Gerusalemme sembra essere tornata quella “normale” dei precedenti conflitti palestinesi, con però ancora più insicurezza e terrore: «In città le relazioni quotidiane tra ebrei e arabi, in genere, sono abbastanza tranquille. Adesso ognuno se ne sta per conto suo». A Gaza poi il cardinale Pizzaballa racconta come siano presenti circa un migliaio di cristiani presso la Chiesa della Sacra Famiglia, come raccontato ieri dal parroco padre Romanelli: «Naturale che ci sia molta tensione. Gaza è sotto assedio, tutti i passaggi tra Palestina e Israele sono chiusi». Arriva poi netta la condanna davanti alle tante atrocità commesse da Hamas in questi soli 5 giorni di guerra contro Israele: dai bambini morti nei kibbutz alle donne rapite e stuprate, fino a ostaggi e centinaia di esecuzioni a sangue freddo, «È una novità spaventosa e assoluta che non potrà non lasciare conseguenze chiare e nette nelle relazioni. Già la fiducia mancava, tra le due popolazioni, e ora sarà ancora più difficile ricostruire una relazione possibile. Aggiungo, a scanso di equivoci, che la nostra condanna per quelle atrocità è totale, senza se e senza ma».



PIZZABALLA: “17 OTTOBRE GIORNATA DI LA PREGHIERA PER LA PACE IN ISRAELE. SARÀ UNA GUERRA LUNGA”

Secondo il cardinale Pizzaballa le atrocità della guerra in Israele potrebbero davvero essere un punto di “non ritorno” nel conflitto palestinese anche se occorre non fare sempre d’ogni erba un fascio: «Hamas non è il popolo palestinese. Questa situazione riporta sul tavolo la questione palestinese, negli ultimi tempi trascurata. Finché non si darà al popolo palestinese una prospettiva di serenità, indipendenza e pace, non ci sarà stabilità», chiarisce il Patriarca di Gerusalemme. Capire però come uscire con la tregua è al momento impresa non da poco: «Bisogna attendere che tacciano le armi, questa è la prima cosa. Poi si dovrà lavorare, a livello politico e religioso, per aprire almeno dei canali di comunicazione. I tempi saranno lunghi, ciò che sta accadendo ha creato un odio, una sfiducia profonda che non sparirà dall’oggi al domani. Ci vorrà molto tempo. Senza un minimo di comunicazione, però, non c’è prospettiva», dichiara ancora Pizzaballa.



Per provare a scongiurare quella che da più parti si teme essere una guerra molto lunga, il prossimo 17 ottobre in Terra Santa si celebrerà una giornata di digiuno e di preghiera per la pace e la riconciliazione: lo ha annunciato il card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini in una nota ufficiale, «Ancora una volta ci ritroviamo nel mezzo di una crisi politica e militare. Siamo stati improvvisamente catapultati in un mare di violenza inaudita. L’odio, che purtroppo già sperimentiamo da troppo tempo, aumenterà ancora di più, e la spirale di violenza che ne consegue e creerà altra distruzione. Tutto sembra parlare di morte». Saranno organizzati momenti di preghiera con adorazione eucaristica e con il rosario alla Vergine Santissima anche se lo stesso Pizzaballa ammette, «Probabilmente in molte parti delle nostre diocesi le circostanze non permetteranno la riunione di grandi assemblee. Nelle parrocchie, nelle comunità religiose, nelle famiglie, sarà comunque possibile organizzarsi per avere semplici e sobri momenti comuni di preghiera». Tornando all’intervista al “Corriere”, è ancora il neo-cardinale a riportare in auge la “previsione” di Papa Francesco di una terza guerra mondiale a pezzi che dopo Ucraina e ora Israele è ancora più attuale: «Gerusalemme è un piccolo laboratorio, ciò che accade qui in genere è riflesso del mondo, concentrato e spesso più doloroso. È chiaro che quello che accade qui ha legami internazionali, lo sappiamo molto bene. È uno dei “pezzi” di cui parla Francesco. Ma credo di no, che non si saldino. Gli interessi dei vari attori cambiano velocemente, sono volubili, mi pare difficile che si coordino, almeno così spero». Parlando poi con Tv2000 è ancora Pizzaballa a tornare un attimo sui responsabili delle atrocità commesse in questi giorni, ovvero Hamas: «Barbarie ingiustificabili, inaccettabili, moralmente da rifiutare. Terrorismo islamico? C’è qualcosa nel mondo islamico che nutre pensiero di questo tipo. C’è dimensione di odio profondo da parte di Hamas nei confronti di Israele e di ciò che è ebraico».