“PizzAut ha cambiato la mia vita. Era ciò che aspettavo, ho trovato una grande famiglia. È bello fare il cameriere, portare gli ordini ai clienti e fare un sacco di cose, uscire con gli amici, andare in vacanza insieme. Tutto ciò grazie anche al capo-sala che mi ha aiutato molto”. È Simone, un ragazzone autistico, alto e robusto, a raccontare così la sua vita. Alla domanda su cosa facesse prima d’incontrare PizzAut risponde: “Da 20 anni stavo a casa a non far niente”. Aveva perfino dimenticato come si fa a scrivere e, perciò, Nico Acampora, il fondatore dei ristoranti PizzAut, uno a Monza e l’altro a Cassina de’ Pecchi, in provincia di Milano, gli ha chiesto di fare esercizi di scrittura, per poter prendere gli ordini dai clienti. E ora Simone racconta: “Sono felicissimo perché lavoro da giugno 2022”.
Anche Lorenzo, nick name Tepa, ma gli amici lo chiamano anche Polipo, perché vorrebbe abbracciare tutti, in particolare quelli che glielo chiedono, vuole raccontare qualcosa della sua vita, perché è particolarmente contento del suo lavoro di cameriere, che ha imparato alla perfezione, che “mi ha fatto rinascere”. Nel contempo, pur premettendo che “l’umiltà è fondamentale”, è molto orgoglioso perché “son stato il primo ragazzo di PizzAut a portare in tavola 5 pizze alla volta”. E subito aggiunge: “Son rimasto umile con tutti, perché l’umiltà è l’atteggiamento migliore da avere”. Lo scorso 2 maggio è stato assunto a tempo pieno e indeterminato. Pur lavorando a un’ora di viaggio da casa, tutte le mattine prende i mezzi pubblici e arriva puntuale al lavoro. Lorenzo ha abbracciato anche il presidente della Repubblica, quando Mattarella è intervenuto all’inaugurazione del secondo ristorante di PizzAut a Monza, in via Philips 12.
“Era il 2 aprile di quest’anno, giornata mondiale sull’autismo”, racconta Nico Acampora, aggiungendo che “Mattarella è un uomo straordinario. Ha accolto il nostro invito per dire a tutti che per le persone autistiche bisogna fare di più. Lo ha testimoniato andando ad incontrare tutti i nostri pizzaioli nelle cucine, dialogando con tutti i camerieri.
Quale pizza gli avete preparato?
La pizza Articolo 1, perché la Costituzione inizia indicando che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, anche sul lavoro delle persone autistiche. E ai giornalisti ha detto “i ragazzi di PizzAut hanno migliorato l’articolo più bello della nostra Costituzione”. Nell’occasione ha fatto i complimenti a tutti i ragazzi, ha ricordato le difficoltà iniziali, quando non ci credeva nessuno, aggiungendo “Acampora è un orgoglio per il nostro Paese”.
Vi ha ricevuti anche papa Francesco.
Abbiamo provato un’emozione intensissima quando papa Francesco ha indossato un nostro grembiule da lavoro. Ed è stato un incontro straordinario. Francesco ci ha detto “voi state dimostrando che la persona autistica può essere il Buon Samaritano”. E ha parlato dell’economia che scarta gli uomini, aggiungendo “voi siete la vera economia, quella che non scarta gli uomini, ma li integra e li valorizza”.
Nico, qual è la situazione delle persone autistiche in Italia?
In Italia nasce un bambino autistico ogni 76 e ci sono 600mila persone autistiche, ma quelli inseriti nel mondo del lavoro sono meno dell’1%. Perciò, i nostri ragazzi sono destinati a stare a casa o in centri assistenziali. Per mio figlio, che ha 15 anni e segue dei percorsi scolastici, vorrei qualcosa di diverso. Pensando al suo futuro, mi sono imbattuto nel presente, incontrando un sacco di persone meravigliose. A volte mi sento un pessimo papà, perché mi sembra di trascurare mio figlio per seguire i figli degli altri, per seguire PizzAut, che è un progetto che va ben oltre me e la mia famiglia.
Cos’è l’autismo?
Non è una malattia, dall’autismo non si guarisce, però si possono migliorare le relazioni con le persone, le proprie competenze, la capacità d’integrazione nelle diverse situazioni. Lo spettro autistico è ampio. Molto ampio. Le persone autistiche hanno livelli diversi di autonomia, consapevolezza, di capacità e di relazione. Si passa da persone che non parlano fino a soggetti che hanno livelli intellettivi molto alti, superiori alla media. Ricordo sempre che Elon Musk è un Asperger, cioè affetto da una forma di autismo.
Si tiene conto di queste diversità?
Nel nostro Paese no. Non ci sono opportunità per le persone autistiche, qualsiasi sia il loro livello di autismo.
Com’è nata PizzAut?
Una notte del 2017. Stavo dormendo, mi sono svegliato di soprassalto, era l’una e mezza, ho svegliato mia moglie per dirle “Stefania, dobbiamo fare un ristorante gestito da persone autistiche”.
E sua moglie?
Mi ha guardato e poi mi ha detto: “Nico, non sai nemmeno cucinare. È l’una e mezza. Alle 5 e 30 mi devo alzare per andare a lavorare in terapia intensiva. Torna a letto e lasciami dormire”. Quando si è alzata alle 5 e 30 mi ha trovato alla scrivania, avevo già pensato al nome “PizzAut Nutriamo l’inclusione” e stavo scrivendo il progetto. Il tutto è arrivato di getto e da lì siamo partiti.
Qual è il vostro sistema di terapia?
Non facciamo terapia, sforniamo dell’ottima pizza, diamo alle persone autistiche la possibilità di lavorare e loro stanno meglio, incrementano le loro competenza e abilità. Avevamo ragazzi che non parlavano, mentre ora dialogano con tutti. Erano ragazzi che non toccavano le persone e non si lasciavano toccare. Oggi si abbracciano con colleghi e clienti.
Al Meeting di Rimini, oltre all’allestimento del ristorante, avete portato due pizzerie mobili.
Li chiamiamo PizzAutObus, perché la denominazione contiene il riferimento all’autismo, e li abbiamo inventati durante la pandemia, quand’erano chiusi tutti i ristoranti e i ragazzi non potevano lavorare. Anche in quel caso, l’idea mi è venuta di notte e così abbiam allestito due PizzAutObus, con i quali giravamo le strade, fermandoci sotto i palazzi e dicendo alla gente “invece che portarvi la pizza a casa, a domicilio vi portiamo tutta la pizzeria”.
Com’è andata?
Ci acquistavano 80 o 100 pizze per palazzo e così i ragazzi hanno potuto lavorare.
E siete andati anche davanti agli ospedali.
Ci siamo sentiti in dovere di dire grazie ai medici e agli infermieri, che durante la pandemia hanno rischiato la vita per tutti noi, hanno sacrificato la famiglia. Regalavamo le pizze ai medici e agli infermieri che smontavano dai turni di lavoro. Era bellissimo vederli grati e commossi per questo piccolo segno di riconoscenza da parte dei nostri ragazzi, che preparavano le pizze calde. È stata un’esperienza straordinaria.
Anche al Meeting, con la gente in coda per mangiare da voi.
Abbiamo vissuto un’altra grande esperienza di solidarietà e amicizia. Pensi che uno dei nostri ragazzi voleva suonare il violino per gli amici del Meeting, ma il suo si è rotto proprio il giorno prima di venire a Rimini. Arrivato in fiera mi ha detto “Nico non sono felice, mi manca il violino”. Allora abbiamo lanciato un appello, chiedendo in prestito un violino per questo ragazzo che diceva “voglio suonare anche qui, all’estero”, perché fuori della sua città si sente all’estero. Dopo l’annuncio, al nostro ristorante sono arrivati 8 violini e Andrea tutti i giorni ha suonato al ristorante per le persone che vengono a mangiare.
Avete tanti altri amici.
Faccio solo alcuni esempi. Elio delle Storie tese è un nostro grande amico, come pure Piero Pelù e il comico Pucci, che si è commosso fino alle lacrime ad ascoltare le nostre storie. Però, ci sono ancora cose che l’amareggiano. Se siamo tutti d’accordo che il lavoro è uno strumento straordinario di emancipazione, mi chiedo perché tante aziende, che hanno l’obbligo per legge di assumere una persona disabile ogni 15 dipendenti, preferiscono invece pagare le multe.
(Flavio Zeni)
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