FUNZIONARI PLANNED PARENTHOOD AMMETTONO IL MERCIMONIO SUI FETI ABORTITI
Secondo la presidente di Planned Parenthood «l’aborto salverà la democrazia»: con questa “premessa” è forse più “comprensibile” che la più importante federazione di pianificazione familiare, convintamente pro-choice, organizzi la compravendita di organi dei bambini abortiti negli Stati Uniti. Quello però che fino a qualche anno fa erano solo denunce di associazioni cattoliche o comunque pro-life ora diventa piena ammissione della stessa Planned Parenthood in audizione davanti al Congresso Usa: nello specifico, come riporta “Life Site News” – citato da Pro Vita & Famiglia – si parla di fegati venduti al prezzo di 1500 dollari l’uno.
Già nel 2015 oltre una dozzina di video raccontavano come la maggior sigla di aborti venda in maniera illegale parti del corpo dei feti alle università per ricerche quantomeno controverse: i funzionari di Planned Parenthood hanno ammesso sotto giuramento di averlo fatto, spiega Pro Vita, anche se i giornalisti autori di quella denuncia hanno subito una lunga persecuzione giudiziaria per aver violato la privacy (e attenzione, non perché avrebbero mostrato il falso). Il Center for Medical Progress fino ad oggi non aveva potuto pubblicare questi filmati finora a causa di un’ingiunzione federale a favore della Planned Parenthood: ora però sono stati tutti proiettati al Congresso con la spiegazione data dai funzionari di Planned.
“TENGO IL CORPO CON LA CERVICE E STACCO UNA GAMBA O DUE…”: LE “REGOLE” CHOC SPIEGATE DA PLANNED PARENTHOOD
Il mercimonio ammesso “candidamente”, fegati e altri organi di bambini abortiti vengono venduti per svariate migliaia di dollari: i funzionari di Planned Parenthood in quei video mostrati al Congresso Usa spiegano come poter prelevare gli organi per “nascondere” le violazioni della legge federale sull’aborto a nascita parziale (ovvero gli aborti tardivi fino al nono mese, ndr). Come sottolinea ad esempio il funzionario medico capo di Planned Parenthood Gulf Coast, la dottoressa Ann Schutt-Aine (tradotta da Pro Vita): «Se ho paura che stia per arrivare all’ombelico – ovvero dove l’aborto a nascita parziale è vietato – con un secondo set di pinze tengo il corpo nella cervice e stacco una gamba o due, quindi tecnicamente non è più aborto a nascita parziale».
In un altro video, la dottoressa Uta Landy – all’epoca direttrice nazionale dei programmi di formazione sull’aborto di Planned Parenthood – legge i commenti dei tirocinanti traumatizzati a livello psicologico dall’esecuzione degli aborti, specie quelli con lo smembramento degli organi: «Un bulbo oculare mi è caduto in grembo, ed è disgustoso», con risate di gusto e applausi successivi. Di recente la sentenza della Corte Suprema in Alabama ha riconosciuto per la prima volta che gli embrioni congelati sono bambini a tutti gli effetti e vanno tutelati come persone: il tema – come spiega anche Pro Vita & Famiglia – è proprio la considerazione culturale, scientifica e legislativa su cosa sia vita. L’orrore di smembrare feti, cioè bambini, abortiti è tale specie perché si considerano dei veri e propri individui, sebbene non nati: «Sè è solo un “prodotto del concepimento”, in fin dei conti, che male c’è? Perché non possiamo farlo a pezzi e guadagnarci su qualche migliaio di dollari?», commenta Pro Vita. E non potremmo che essere più d’accordo in questo caso.