Planned Parenthood ha ammesso candidamente che le sue radici sono intrinsecamente razziste. Dopo avere per decenni negato ogni accostamento al razzismo e di aver preso nel suo passato di mira le persone di colore, oggi il sodalizio ha ammesso nella sezione “Our Story” del proprio sito internet che la sua fondatrice, l’infermiera Margaret Sanger, era coinvolta nell’eugenetica, che, come si legge sul portale di Planned Parenthood, era un’ideologia intrinsecamente razzista, che bollava alcune persone come inadatte ad avere figli.



Di fatto, “l’eugenetica è la teoria secondo cui la società può essere migliorata attraverso la riproduzione programmata di tratti desiderabili, come l’intelligenza e l’operosità. All’inizio del XX secolo, le idee eugenetiche erano popolari tra gli americani altamente istruiti, privilegiati e per lo più bianchi. Margaret Sanger espresse più volte nei suoi scritti la sua convinzione e il suo allineamento con il movimento eugenetico, soprattutto nella rivista scientifica Birth Control Review. A volte, Sanger cercò di sostenere un’eugenetica che non si applicasse sulla base della razza o della religione, ma in una società costruita sulla convinzione della supremazia bianca”.



PLANNED PARENTHOOD: “SANGER SI ALLINEÒ CON IDEE SUPREMAZISTE”

Ancora sul portale di Planned Parenthood viene detto che l’infermiera Sanger era così intenta nella sua missione di sostenere il controllo delle nascite che scelse di allinearsi con idee e organizzazioni supremaziste e bianche. Nel 1926 si rivolse alle ausiliarie femminili del Ku Klux Klan (KKK) durante un raduno nel New Jersey per promuovere il controllo delle nascite. Sanger “sostenne la decisione Buck v. Bell del 1927, in cui la Corte Suprema stabilì che gli Stati potevano sterilizzare forzatamente le persone ritenute non idonee senza il loro consenso e talvolta a loro insaputa”.



Nel 1939, poi, la fondatrice della Planned Parenthood avviò il cosiddetto “Progetto Negro“, insieme a leader neri come W.E.B. DuBois, Mary McLeod Bethune e il reverendo Adam Clayton Powell. Come si legge, “la missione del Negro Project era quella di affidare a medici e infermieri neri la direzione delle cliniche per il controllo delle nascite, per ridurre la diffidenza nei confronti di un sistema sanitario razzista. Sanger perse il controllo del progetto e le donne nere furono inviate da medici bianchi per il controllo delle nascite e per le visite di controllo, aggravando i problemi razzisti e paternalistici dell’assistenza sanitaria”.