Il plasma dei convalescenti rappresenta da alcuni mesi a questa parte uno degli argomenti più dibattuti all’interno dell’universo medico-scientifico, fino a divenire una delle roccaforti delle convinzioni no-vax, che sottolineano come, al posto del vaccino, le persone potrebbero essere curate attraverso il plasma. A tal proposito, uno studio internazionale pubblicato sull’autorevole rivista “Nature”, rivela purtroppo come esso, utilizzato nei pazienti ospedalizzati affetti da Covid-19, non solo non sortisca gli effetti sperati, ma riduca ulteriormente le speranze di salvezza da parte delle persone infette.
Come spiegano gli stessi autori, “abbiamo condotto uno studio controllato randomizzato, in aperto, sul plasma convalescente per gli adulti con Covid-19 che ricevono ossigeno entro 12 giorni dall’inizio dei sintomi respiratori. L’esito primario composito era l’intubazione o la morte entro 30 giorni. Lo studio è stato poi terminato al 78% dell'”arruolamento” previsto dopo aver soddisfatto i criteri di arresto per futilità”. Quali sono stati i numeri raccolti? In totale, l’intubazione o la morte si sono verificate in 199 pazienti su 614 (32,4%), con la manifestazione di più eventi avversi gravi rispetto a chi veniva curato con le terapie tradizionali (33,4% contro 26,4%).
PLASMA CONVALESCENTI E COVID: LE CONCLUSIONI DEGLI ESPERTI
Il plasma dei convalescenti, hanno sottolineato gli autori dello studio, non ha ridotto il rischio di intubazione o di morte a 30 giorni nei pazienti ospedalizzati con Covid-19. Inoltre, “la trasfusione di plasma convalescente con profili anticorpali sfavorevoli potrebbe essere associata a esiti clinici peggiori rispetto alla cura standard”.
E, ancora: “La mancanza di beneficio e la potenziale preoccupazione di danno mettono in guardia contro l’uso illimitato del plasma convalescente per i pazienti ospedalizzati con Covid-19”. Infine, viene illustrato che, sulla base di precedenti esperienze in altre infezioni virali, l’uso del plasma convalescente è stato proposto come forma terapeutica di immunizzazione passiva per i pazienti con Covid-19 in forma acuta: “Nei lavori futuri, studieremo il valore del plasma convalescente nei pazienti senza una risposta immunitaria umorale rilevabile. Inoltre, altri isotipi anticorpali (IgM e IgA) e sottoclassi di IgG dovrebbero essere valutati in studi futuri per determinare il loro effetto sugli esiti clinici. Ulteriori studi randomizzati sono giustificati per valutare l’uso precoce di unità di plasma convalescente in pazienti immunocompromessi con Covid, che non sono in grado di organizzare un’efficiente risposta anticorpale anti-SARS-CoV-2”.