Solo alcuni giorni fa il quotidiano Il Giornale ha posto l’accento sul presunto business nel plasma iperimmune industriale che sarà prodotto dalla Kedrion, azienda di famiglia del capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci. Aifa, Iss e governo hanno dato il via libera alla sperimentazione nazionale ma dalla quale è stato escluso il dottor Giuseppe De Donno, pneumologo a Mantova nonché tra i primi a portare avanti la sperimentazione condotta per primo al San Matteo di Pavia dove sono stati curati quasi 50 pazienti. Nonostante questo, il medico è stato fatto fuori dal trial assegnato all’ospedale di Pisa dove i pazienti curati con il plasma sono stati solo due. E qui sono iniziati dubbi e congetture. Lo stesso quotidiano parla in merito di “Un conflitto d’ interessi mostruoso per un business che si annuncia miliardario se arrivasse la conferma che il plasma guarisce dal Covid-19”. Ieri il deputato della Lega Andrea Dara è tornato sulla vicenda presentando una interrogazione al ministro della Salute, Roberto Speranza ma la risposta a quanto pare non avrebbe convinto per nulla il leghista che ha commentato, come riferisce Il Giornale: “Non una parola sugli evidenti conflitti di interessi. È costume del governo agire nel buio ma non ci fermeremo”.



PLASMA IPERIMMUNE INDUSTRIALE, ESPOSTO LEGA: TUTTI I DUBBI

Nella risposta fornita dal ministro Speranza ci sarebbero molte cose che non tornano. Intanto si dà atto che “originariamente” era prevista solo Pisa come capofila, mentre non è stato detto che il San Matteo è stato aggiunto solo in un secondo momento. Il ministro inoltre non avrebbe spiegato come mai l’Iss non ha considerato la sperimentazione di Mantova e Pavia asserendo che De Donno è nel comitato scientifico sebbene il nome del medico non sia citato nel comunicato dell’Aifa. Parlando dello studio Tsunami si sostiene inoltre come questo sia “l’unico randomizzato in grado di valutare la sicurezza e l’ efficacia della terapia”. In merito Il Giornale si domanda: “se questa sicurezza ed efficacia non sono ancora certe per quale ragione si è dato il via libera alla produzione di plasma industriale iperimmune alla Kedrion? Per quale ragione le prime consegne sono previste ad ottobre?”. Ulteriori dubbi giungono anche dopo le parole dell’ad Kedrion Paolo Marcucci che nella sua audizione al Senato ha asserito che il plasma iperimmune industriale, una volta congelato, può avere una durata fino a 4 anni: e se il virus mutasse? A replicare è stato De Donno, interpellato da Il Giornale, che ha spiegato: “In realtà una risposta precisa non c’è. È ovvio però che se il virus muta, fra quattro anni il plasma sarà vecchio. Un po’ come il vaccino dell’influenza che deve cambiare ogni anno”.



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