Il plasma iperimmune è una terapia che prevede il prelievo di sangue da persone guarite dal Covid-19 e la successiva somministrazione a pazienti ancora affetti dalla malattia. Sponsorizzata in Italia dal professor Giuseppe De Donno, morto suicida lo scorso luglio, la cura sembra essere ostacolata da molte aziende sanitarie e non solo. A Fuori Dal Coro, ecco la testimonianza di un medico.
“Ho ricevuto delle pressioni fortissime dopo aver usato la cura. Io ho come faro ultimo la salute del mio paziente” racconta Giovanni Belcari, medico del pronto soccorso dell’area di Livorno. Dopo aver effettuato la trasfusione al plasma sul paziente, il dottore ha ricevuto delle pressioni: “Io ho il dovere deontologico di intervenire e di fare questa terapia”, prosegue. Il plasma viene quotidianamente usato all’estero per curare il Covid: sono state inoltre pubblicate ricerche su prestigiose riviste mediche. Recentemente sono state anche aggiornate le linee guida europee che consigliano il plasma convalescente a pazienti con leucemia. Negli Stati Uniti, la cura viene utilizzata quotidianamente, come ha spiegato anche un prestigioso esponente della medicina statunitense: “Noi il plasma lo stiamo usando, è l’unico antivirale contro le varianti. Spero che in Italia le autorità considerino le cure al plasma”.
Cura De Donno, il medico richiamato dai superiori
Dopo aver utilizzato la terapia al plasma iperimmune, Giovanni Belcari è stato “richiamato” dai propri superiori. “Il plasma convalescente ce n’è pochissimo o non c’è proprio”, rivela il medico. L’unica procedura è quella dell’uso compassionevole. Si passa poi alla testimonianza del paziente curato con tale terapia: “La mia patologia è leucemia linfatica cronica. Con la mia malattia le dose di vaccino sono praticamente inutili“, rivela l’anziano, che ha avuto il Covid per ben cinque mesi. “Mi avrebbero lasciato morire, avevo la febbre a 40 e sono dovuto venire al pronto soccorso perché non respiravo” ha proseguito.
Il medico Belcari lo ha curato con plasma con un’autorizzazione della massima autorità, non senza conseguenze. Belcari racconta: “Abbiamo avuto delle fortissime pressioni”. Nella lettera ricevuta dal primario, si legge infatti: “Trovo inaccettabile che si faccia una terapia di questo tipo. Spero che la cosa non si ripeta”. Il medico, però, non ci sta, e a Fuori dal Coro dice che continuerà ad utilizzare la cura di De Donno: “Il plasma iperimmune è per alcune categorie di pazienti è l’unica cura efficace. Mettere i bastoni tra le ruote ad un medico che usa quella cura, suffragato da un commissario etico, è inaccettabile e infatti io non lo accetterò mai”.