La burocrazia rallenta la sperimentazione della terapia col plasma. Quello iper immune, ricco di anticorpi neutralizzanti, viene usato in via “compassionevole” in alcuni ospedali italiani, come il Carlo Poma di Mantova, dove il direttore del servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale Massimo Franchini assicura che le guarigioni, su 150 pazienti trattati, superano il 90%. Se negli Stati Uniti già 85.206 malati di Covid-19 hanno ricevuto la trasfusione, come spiegato a La Verità da Cesare Perotti, in Italia la sperimentazione è rallentata. “L’Italia scopre la terapia, ma poi sono gli altri che la applicano sul larga scala”, la denuncia del direttore del servizio immunotrasfusionale del Policlinico di Pavia. Per poter applicare su larga scala la terapia col plasma iperimmune è in corso una sperimentazione che coinvolge 76 ospedali, ma sulla carta. Le procedure, come riportato da Libero, stanno procedendo a rilento. “Al protocollo hanno aderito 76 centri ma finora ne sono stati attivati solo 15 e di questi soltanto 8 hanno arruolato pazienti”, ha dichiarato la settimana scorsa a Italia Oggi Francesco Menichetti, direttore dell’unità malattie infettive all’Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa.
PLASMA IPERIMMUNE, “SPERANZA SEMPLIFICHI PROCEDURE”
I pazienti coinvolti nella sperimentazione della plasmaterapia sono 40, ma per portarla a termine bisogna raggiungere la quota di 476 pazienti, a 250 si può stilare l’analisi preliminare. Menichetti a Italia oggi aveva chiamato in causa le procedure in merito ai “ritardi burocratici e amministrativi indegni” che si stanno registrando. “Per firmare un contratto con Aifa e Iss ogni singola azienda ospedaliera deve seguire una procedura diversa”. E quindi aveva lanciato un appello al ministro Roberto Speranza: “Se fa un decreto che semplifica le regole, in fondo ne fanno dieci al giorno, si potrebbe rimettere in moto la macchina e sollecitare ai centri di riprendere l’arruolamento”. Al momento sono stati attivati 15 protocolli, ma solo 8 hanno arruolato pazienti: sette in Toscana e uno a Milano, anche nel frattempo qualcosa si è mosso e martedì il Carlo Poma di Mantova ha arruolato il suo primo paziente.