L’Agenzia italiana del farmaco interviene sulle polemiche scoppiate attorno alla plasmaterapia. Lo fa Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, secondo cui sulla vicenda «c’è stata una enorme confusione». Durante la conferenza stampa presso l’Istituto superiore di sanità (Iss) non si fa mancare anche toni forti: «Qualcuno ha creato polemiche anche ad hoc, mi si consenta la non diplomazia». Si riferiva forse al dottor Giuseppe De Donno, primario di Pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova? Magrini non fa il suo nome, ma il sospetto che la frecciatina sia rivolta proprio a lui nasce dal fatto che è il medico che più di tutti ha sostenuto la plasmaterapia e che ha infiammato il dibattito tra sospetti e accuse. Non a caso Magrini ha poi spiegato come è avvenuta la scelta del protocollo nazionale sulla plasmaterapia, su cui De Donno ha avuto molto da ridire visto che è stato scelto in primis lo studio di Pisa.



PLASMATERAPIA, AIFA “POLEMICHE CREATE AD HOC”

«Come sapete, il plasma non è materia di Aifa, che si occupa di farmaci. Ma ci è stato chiesto di collaborare per un protocollo nazionale», la premessa di Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco nella conferenza stampa dell’Istituto superiore di sanità. «Abbiamo voluto estendere a livello nazionale lo studio già approvato a Pisa, di cui è stato scelto il disegno», ha quindi spiegato. Questo studio è stato prima trasferito a tre regioni, poi a tutte, insieme alla tecnica proposta inizialmente da Pavia. «Il compito di Aifa è di favorire la ricerca, centralizzare», ha aggiunto Magrini. Quindi si è difeso dalle insinuazioni: «Sono partite ipotesi di preferenze regionali, basate su mancate partecipazioni. Ma la maggior parte degli studi precedenti sono stati coinvolti, per questo comprendo poco certi acuti degli ultimi giorni, forse sono gli ultimi che derivano dai giorni scorsi».

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