Il professor Giuseppe De Donno è tornato a parlare dell’efficacia della plasmaterapia in occasione della diretta effettuata sui canali social del leader della Lega, Matteo Salvini. Il medico ha innanzitutto premesso che i suoi interventi pubblici sui mass media sono stati animati “dal solo spirito divulgativo e da un auspicabile e sereno confronto con i colleghi su un protocollo che ottiene risultati incredibili, anzi miracolosi. La mia non è sete di visibilità: voglio solo parlare della cura del plasma, l’unico farmaco specifico, conosciuto al momento, contro il Covid-19. Non utilizzare questo tipo di arma nella guerra contro il virus è una scelta da folli e chi la fa dovrà poi rendere conto alle famiglie che hanno perso i loro cari per colpa della malattia“. I numeri, in questo momento, sono incoraggianti: il campione italiano sul quale la terapia a base di plasma è stata testata ha fornito risposte eccellenti, con lo 0% di reazioni non previste. “Se non avessi avuto la forza di portare avanti questa battaglia, il plasma sarebbe rimasto in cantina chiuso a chiave e questo è risaputo anche da quelli che fanno finta di credere all’efficacia sul sieroiperimmune – ha proseguito De Donno –. Cosa rispondo a coloro che dicono che io lo abbia fatto per una visibilità personale e perché ho ambizioni politiche? Tutto lontano rispetto a quella che è la mia filosofia. La fama non mi interessa”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
PLASMATERAPIA, DE DONNO CONTRO “SCIENZIATI PREZZOLATI”
Giuseppe De Donno è ormai soprannominato il “medico che fa discutere l’Italia”, perché è al centro delle polemiche per la sperimentazione della plasmaterapia contro il coronavirus. «Se tutto resta in mano a scienziati prezzolati non si va da nessuna parte», ha tuonato al settimanale Oggi il primario di Pneumologia all’ospedale Carlo Poma di Mantova. Nell’intervista ha chiarito in primis di essere a favore dei vaccini, visto che è diventato un “mito” anche per i NoVax, poi è partito all’attacco dei colleghi, alludendo a possibili conflitti di interessi. «Se le critiche arrivano da chi ha dei tornaconti economici non si va da nessuna parte». De Donno ha citato l’articolo di Nature sull’efficacia della plasmaterapia e ha spiegato che i «cinesi hanno sbagliato somministrandola a pazienti in condizioni disperate». Questo potrebbe aver influito su alcune considerazioni, ma «gli effetti migliori si hanno su pazienti con gravi difficoltà respiratorie, ma non in condizioni critiche». Ora è infuriato perché hanno deciso di dare la guida della sperimentazione della plasmaterapia a Pisa. «Mi devono spiegare per quale motivo. È una decisione del tutto illogica».
GIUSEPPE DE DONNO “CORONAVIRUS? PRIMI CASI A SETTEMBRE…”
Poi è stata inserita anche Pavia nella sperimentazione, ma su questo Giuseppe De Donno ha una teoria: «Solo dopo che ho alzato il polverone». Nell’intervista rilasciata al settimanale Oggi ha spiegato che è stato chiesto di partecipare anche a lui, ma non ha ancora preso una decisione. «Vorrei innanzitutto che mi spiegassero perché non mi hanno chiamato prima». La decisione definitiva, comunque, compete all’azienda ospedaliera per la quale lavora. Non manca un attacco al presidente della Regione Toscana. Ha dichiarato che quella di Pisa è una scelta politica ed Enrico Rossi ha annunciato che lo querelerà. «Probabilmente ha la coda di paglia», ha commentato De Donno. Poi ha parlato del periodo in cui il coronavirus potrebbe essere arrivato in Italia. «Secondo me, i primi pazienti sono di fine settembre. Sono sicuro fossero riconducibili al coronavirus. Non riusciamo a capire come mai però la grande diffusione sia esplosa mesi dopo». L’ipotesi del primario di Pneumologia dell’ospedale di Mantova è che la prima ondata, quella dello scorso autunno, sia stata causata da un ceppo meno contagioso.