Sono decisamente incoraggianti i risultati della sperimentazione condotta dal Policlinico San Matteo di Pavia in collaborazione con l’Asst di Mantova e presentata oggi dalla Regione Lombardia. La sperimentazione è stata condotta su 46 pazienti, la mortelità sul campione trattato con plasma iperimmune è scesa dal 15% al 6%. “All’inizio la mortalità nei pazienti in ventilazione assistita ricoverati in terapia intensiva era tra il 13 e il 20%, circa 15% di media, mentre con la cura con il plasma iperimmune è scesa al 6%“, ha sottolineato Fausto Baldanti, direttore unita virologia del San Matteo di Pavia. E anche il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha commentato il risultato della sperimentazione condotta a Pavia con parole che evidenziano grande fiducia: “Questa mattina ho avuto un colloquio con il ministro Speranza che mi ha confermato che anche il governo ha particolare interesse per proseguire questa iniziativa“. (agg. di Fabio Belli)
PLASMATERAPIA, SPERIMENTAZIONE A PAVIA COMPLETATA
La sperimentazione della plasmaterapia del San Matteo di Pavia è completata, al via ora il trattamento contro il coronavirus in tutta la Lombardia ed in tutta Italia. Intervenuto in conferenza stampa, il governatore Attilio Fontana ha annunciato: «Questa mattina ho avuto un colloquio col ministro Speranza, anche il Governo ha dimostrato interesse per proseguire su questa iniziativa. Il Governo a sua volta ha indicato come i due punti di riferimento l’Università di Pavia e l’Università di Pisa, con sperimentatori secondari gli ospedali di Mantova, Brescia e Bergamo».
La plasmaterapia «accende una grandissima speranza per la cura di questo virus: voglio formalmente e pubblicamente ringraziare le persone qui presenti, che hanno dato il loro contributo per la realizzazione di questa importante sperimentazione: hanno aperto una strada che adesso viene seguita anche in altre parti del mondo. Il protocollo predisposto da Pavia è stato richiesto e ceduto ad importanti altre realtà nel mondo».
PLASMATERAPIA, RISULTATI VS CORONAVIRUS: IL PROTOCOLLO DI PAVIA
Carlo Nicora, direttore generale del policlinico San Matteo di Pavia, ha evidenziato che il progetto studio pilota è iniziato il 17 marzo e si è concluso l’8 maggio. Il progetto – plasma da donatori guariti da malattia del nuovo coronavirus come terapia per i pazienti critici – deriva da «qualcosa già stato studiato in passato, l’immunizzazione passiva, ovvero utilizzare il plasma di individui guariti ed infonderlo nei pazienti in ospedale per vedere se riuscivano a risolvere i problemi di salute».
Questi i tre obiettivi dello studio pilota: studiare se utilizzando plasma iperimmune vi era una diminuzione della mortalità a breve nella terapia intensiva; studiare se utilizzando questo tipo di infusione vi era un miglioramento dei parametri respiratori; studiare se vi era anche un miglioramento dei parametri legati all’infiammazione. «Nel siero dei guariti esistono degli anticorpi di tipo neutralizzante», ha aggiunto Fausto Baldanti, dir. Unità virologia Policlinico San Matteo di Pavia, mentre Cesare Perotti ha tenuto a evidenziare che «la terapia solidale si può fare in tutta sicurezza grazie alle apparecchiature a disposizione di qualsiasi centro in grado di farle funzionare correttamente», il commento del dir. Servizio immunoematologia San Matteo di Pavia.
PLASMATERAPIA VS CORONAVIRUS: IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA
Raffaele Bruno, dir. Malattie infettive Policlinico San Matteo di Pavia, ha spiegato che per il progetto pilota «sono stati arruolati 46 pazienti», mentre Fausto Baldanti ha citato i dati a proposito della riduzione della mortalità. I dati di origine centrale parlavano di un tasso di mortalità per i pazienti in ventilazione assistita tra il 13% ed il 20%, mediamente il 15%: «Il primo obiettivo era di verificare se la plasma terapia fosse in grado di ridurre questa mortalità. La mortalità si è ridotta al 6%: da un decesso atteso ogni sei pazienti, si è osservato un decesso atteso ogni sedici pazienti».
Il direttore dell’Unità virologia del Policlinico San Matteo di Pavia ha aggiunto: «I parametri respiratori sono migliorati drammaticamente al termine della prima settimana, le immagini radiografiche sono migliorate in maniera significativa entro la prima settimana e, contestualmente, i tre parametri fissati per verificare il livello di infiammazione sono diminuiti in maniera altrettanto drastica entro la prima settimana di terapia». Qui di seguito la conferenza stampa con la presentazione dei risultati della plasma terapia contro il coronavirus: