Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato: dal prossimo 3 luglio la plastica monouso dovrà essere bandita dai Paesi Ue, nel rispetto della direttiva antiplastica “Sup” (Single use plastic), utile a frenare l’inquinamento di mari e oceani, fra cui anche il Mediterraneo. Un provvedimento che viene applicato non soltanto ai prodotti cosiddetti usa e getta, ma anche a quelli fatti di plastica oxo-degradabile, ovvero quella al cui interno sono stati aggiunti alcuni additivi per velocizzarne la scomposizione. Saranno pertanto banditi molti oggetti di uso comune, di cui vi riportiamo di seguito una breve lista.



Non si potranno più usare palloncini e bastoni per palloncini, contenitori per bevande con capacità fino a tre litri, compresi tappi e coperchi,  tazze e contenitori per bevande in polistirolo espanso, bottiglie per bevande con capacità fino a tre litri, posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette), piatti, cannucce e borse di plastica. Senza dimenticare la filiera del packaging destinato agli alimenti: i contenitori per hamburger impiegati dalle catene di fast food o dai ristoranti per l’asporto dovranno essere obbligatoriamente in carta o in plastica al 100% biodegradabile.



PLASTICA MONOUSO, VIETATI ANCHE ALCUNI PRODOTTI INSOSPETTABILI

Il divieto relativo alla plastica monouso riguarda tuttavia anche molti altri prodotti inaspettati, che popolano i nostri bagni, come assorbenti igienici, tamponi e applicatori di tamponi e salviette umidificate, per non dimenticare poi i filtri dei fumatori di tabacco e gli attrezzi da pesca contenenti plastica. Tuttavia, come sottolinea “Il Corriere della Sera” in uno speciale dedicato all’argomento, si è aperta una disputa attorno a tale decisione, in quanto l’industria ha edificato una vera e propria economia, capace di dare lavoro a migliaia di persone, sulla produzione di oggetti in plastica monouso. I dati che fornisce il quotidiano rappresentano un chiaro spaccato del problema: “In Italia sono 50mila i lavoratori attivi nel packaging cartaceo (settore colpito dalla direttiva solo quando combina il contenitore riciclabile con i veli di plastica), mentre il settore della ristorazione veloce dà lavoro a 8 milioni di persone”. Insomma, la disoccupazione rischia di essere il rovescio della medaglia più indesiderato di tutta la storia, ma, dall’altro lato, non si può perdere di vista la necessità di salvaguardare il mare, con l’Ue che entro il 2030 ha come obiettivo la riduzione del 50% dei rifiuti di plastica e del 30% di quelli in microplastica.

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