Il conto alla rovescia è giunto ormai al termine: da domani, sabato 3 luglio scatterà nell’Unione europea il divieto agli oggetti in plastica monouso ritenuti più inquinanti, vale a dire quelli che vengono rinvenuti con maggior frequenza nelle acque oceaniche e marittime e sui litorali. Quali sono? Piatti e posate (non i bicchieri), cannucce, cotton fioc, palette da cocktail, bastoncini dei palloncini, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo. Di fatto, i negozi potranno continuare a venderli fino a esaurimento scorte, poi saranno proibiti del tutto.



Noi de “Il Sussidiario” vi avevamo già anticipato la notizia nelle scorse settimane, riconducibile al bando contenuto nella direttiva europea Single Use Plastic, approvata nel 2019 e recepita dall’Italia con legge nazionale ad aprile. Tuttavia, vi sono alcuni nomi eccellenti tra gli esclusi: si va dalle bottiglie e bottigliette per acqua e bibite sino ai contenitori di detersivi e detergenti, dalle scatolette alle buste per cibo. Prevista solo una riduzione nell’utilizzo dei bicchieri di plastica che, come vi dicevamo in precedenza, non saranno cancellati del tutto.



PLASTICA MONOUSO VIETATA: TENSIONI FRA ROMA E BRUXELLES

Tuttavia, al netto del divieto che scatterà domani, sabato 3 luglio, sulla plastica monouso, si sono sviluppate alcune tensioni tra Roma e Bruxelles in materia di bioplastiche, poiché, ricorda Rai News, “la direttiva SUP non fa distinzione nel suo bando fra oggetti in plastica tradizionale (quella prodotta dal petrolio e non biodegradabile) e oggetti in plastiche bio, prodotte da materie prime naturali come il mais, biodegradabili nell’ambiente e compostabili”.

Esiste poi il nodo sulla carta plastificata, quella ricoperta da un sottile velo di plastica e impiegata per piatti, bicchieri e imballaggi: la nostra nazione è una grossa produttrice di carta plastificata e ad oggi non si sa ancora quale sarà il suo destino, visto che non ne viene fatta esplicita menzione dall’Unione europea. Tuttavia, spiegano i colleghi della Rai, “dopo un colloquio fra il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, la Ue ha dato ragione alle obiezioni dell’Italia, e si è impegnata a rivedere le linee guida della direttiva nel senso richiesto dal Governo”.