Continua la lotta alla plastica. Da tempo le associazioni ambientaliste si battono per un pianeta più pulito, riscontrando proprio nei materiali plastici tra i maggiori responsabili dell’inquinamento oltre che di importanti danni alla salute negli animali e nell’uomo. E anche chi sostiene che riciclando la plastica si diminuisce l’impatto inquinante è in errore. A dirlo, come leggiamo sul The Guardian, è stata Greenpeace che addirittura parla di maggiore tossicità del materiale riciclato.



L’affermazione della rete ambientale globale si fonderebbe su un rapporto che dimostrerebbe come la scomposizione della plastica per il riciclaggio disperde l’inquinamento da microplastica nell’ambiente. Il rapporto giunge in occasione dell’ultimo giro di negoziati, previsti a Parigi dal 29 maggio al 2 giugno, per arrivare entro il 2024 ad un trattato internazionale sulla plastica. Solo qualche giorno fa Greenpeace e oltre 150 organizzazioni della società civile e scienziati di tutto il mondo hanno anche sottoscritto una lettera aperta rivolta all’ONU esortandola ad agire nell’immediato per impedire all’industria dei combustibili fossili di compromettere gli accordi.



Come ridurre inquinamento da plastica? Riducendone produzione

“La tossicità delle materie plastiche aumenta effettivamente con il riciclaggio. Queste non hanno posto in un’economia circolare ed è chiaro che l’unica vera soluzione per porre fine all’inquinamento da plastica è ridurre massicciamente la produzione stessa di plastica”. Così ha affermato Graham Forbes, a capo della campagna globale sulla plastica di Greenpeace USA. Il rapporto di Greenpeace ha dimostrato come non solo la quantità di plastica effettivamente riciclata sia pari solo al 9% del totale, ma quella parte riciclata spesso contiene livelli più elevati di sostanze chimiche come ritardanti di fiamma tossici, benzene e altri agenti cancerogeni, inquinanti ambientali tra cui diossine bromurate e clorurate e numerosi interferenti endocrini che possono causare cambiamenti nei livelli ormonali naturali del corpo. Dal momento quindi che si prevede che entro il 2060 la produzione di plastica venga triplicata, l’obiettivo secondo la nota associazione ambientalista deve essere nel senso di una riduzione massiccia nella produzione di materiali plastici e nell’eliminazione totale della produzione di plastica vergine.

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