La ministra Azzolina è caduta in fallo sull’esatta grafia del termine Plexiglas, utilizzando il termine con due S finali e dunque bacchettando il segretario della Lega in maniera sbagliata. La ministra è stata tratta in inganno da un uso comunque molto comune che si fa del termine Plexiglass, tanto che il suo non può essere considerato un vero e proprio errore. Ma di certo non andava corretto Salvini che ha utilizzato il termine tecnicamente corretto, Plexiglas: si tratta del nome commerciale del materiale e dunque quello ufficialmente registrato. La polemica comunque sembra destinata a durare poco visto che il Ministero dell’istruzione ha fatto dietrofront sull’ipotesi di utilizzare barriere con il materiale incriminato per la ripresa dell’anno scolastico, ipotesi che era stata trovata collettivamente poco convincente. (agg. di Fabio Belli)
PLEXIGLASS VS PLEXIGLAS, LA TRECCANI DA’ RAGIONE A SALVINI
Plexiglass vs plexiglas, è scontro tra Lucia Azzolina e Matteo Salvini. Come vi abbiamo raccontato, il ministro dell’Istruzione ed il segretario federale della Lega hanno acceso il dibattito su come si scriva il termine e l’esponente M5s ne è uscita con le ossa rotte. L’attacco all’ex titolare del Viminale si è rivelato una Caporetto: Salvini ha infatti ragione nell’affermare che plexiglas è il termine corretto, dato che trova riscontro anche sulla Treccani, la Bibbia delle parole. Come è possibile leggere sul sito ufficiale, con plexiglas si indica il «nome commerciale (più propriam. marchio registrato) di una resina termoindurente (metacrilato di metile), infrangibile, trasparente, più leggera del vetro, in luogo del quale viene adoperata per molti usi: se ne fanno oggetti di fantasia, bacchette, lastre, tubi, ecc., e parti di aeromobili». Plexiglass, tra i due, è dunque il termine errato. Una figuraccia, insomma… (Aggiornamento di MB)
PLEXIGLASS VS PLEXIGLAS, SCONTRO AZZOLINA-SALVINI!
Si scrive plexiglass (con due “s” finali) o plexiglas? Una querelle che è esplosa nelle ultime ore, a seguito di un botta e risposta fra il massimo rappresentante della Lega, Matteo Salvini, e la ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina. Il problema è sorto quando si sono diffuse negli scorsi giorni alcune indiscrezioni circa il fatto che le lezioni scolastiche a settembre potrebbero riprendere grazie a dei divisori in plexiglas fra i vari banchi di scuola: in poche parole, gli studenti sarebbero “ingabbiati” per evitare che il famoso droplet, le goccioline di saliva che emettiamo quando parliamo, finiscano sui compagni di classe. Rumors che hanno fatto scatenare il dibattito e insorgere numerosi rappresentanti della politica, a cominciare appunto da Salvini, che attraverso la propria pagina Twitter ha pubblicato il seguente post: “Le follie del governo sul decreto Scuola: lo sfogo di una mamma, e come lei tante famiglie in tutta Italia che chiedono sorrisi e speranza per i loro figli, non il plexiglas. Non è questo il futuro da dare agli studenti. #AzzolinaBocciata”, riprendendo le parole che negli scorsi giorni i leghisti avevano esposto alla Camera durante la votazione fiume del Decreto Scuola.
PLEXIGLASS O PLEXIGLAS, COME SI SCRIVE? PER LE AZIENDE E’ INDIFFERENTE
A tale cinguettio ha replicato subito dopo la stessa Azzolina, che ha redarguito Salvini scrivendo: “Non hai letto il decreto (non è una novità), fai propaganda sulla sicurezza (non ci sarà nessuna gabbia di plexiglass). E non sai neanche come si scrive ‘plexiglass’. Essere bocciata da te è una promozione. Basta fake news, con la salute dei bambini non si scherza”. A quel punto è scattata la caccia al modo corretto di scrivere la parola in questione: plexiglass o plexiglas? Secondo quanto si legge sul dizionario della Treccani, una sorta di bibbia a riguardo, serve solamente una sola “s” per scrivere la parola nel modo giusto, specificando che si tratta di “nome commerciale di una resina termoindurente (polimetilmetacrilato)”. In realtà pare che abbiano ragione entrambi, in quanto molte aziende del settore fanno notare che si tratta di due nomi commerciali della stessa plastica.