Nella Seconda Prova della Maturità al Liceo Classico per il greco è uscita un’analisi del testo di una versione-passo di Plutarco tratta da “La Vita di Galba” con relative domande e confronto con la traduzione di un testo latino di Tacito che compone l’interezza della Prova d’Esame Miur per i maturandi classicisti. La versione riguarda la storia di Servio Supplizio Galba, primo dei 4 imperatori succedertisi in rapida serie in poco più di un anno tra il 68 e il 69 dopo Cristo: dopo di fatto circa 6 mesi di Governo, Galba fu deposto e assassinato dai pretoriani e al su posto promossero Otone (uno dei congiurati ndr). L’episodio viene trattato da Plutarco in “Vita di Galba”: autore e filosofo greco ma con cittadinanza romana dopo diversi incarichi amministrativi: studiò ad Atene e fu molto influenzato dalla filosofia di Platone. La sua opera più famosa è però costituita dalle Vite parallele, biografie dei più famosi personaggi della classicità greco-romana: ed è proprio all’interno di quest’opera che si trova il passaggio sulla vita di Galba e soprattutto sugli ultimi giorni che portarono l’imperatore romano alla congiura subita pochi mesi dopo la salita al potere post-Nerone. Plutarco si concentra sulle diverse sensazioni di Otone e presenta il testo quasi che il futuro imperatore fosse stato trascinato dalla volontà di altri (pretoriani e senatori) più che da un suo desiderio di rovesciare Galba.
PLUTARCO, IL PASSO SULLA VITA DI GALBA E LA TRADUZIONE
Ai maturandi è richiesto inoltre un’analisi sulla storiografia e il pensiero di Plutarco a partire da quel passo citato nella Seconda Prova di Maturità che riguarda gli ultimi giorni di Galba: «quel giorno di buon mattino Galba sacrificava sul Palatino alla presenza di amici e l’aruspice Umbricio, nel prendere in mano le viscere della vittima per esaminarla, non in modo oscuro ma chiaramente disse di vedere segni di un grande scompiglio ed un pericolo d tradimento incombente sul capo dell’imperatore, mentre la divinità quasi gli consegnava in mano Otone. Egli infatti era presente alle spalle di Galba e stava attento a quanto veniva detto e mostrato da Umbricio: poiché era sconvolto e cambiava continuamente colore per la paura, gli si avvicinò il suo liberto Onomasto e gli disse che gli architetti erano arrivati e lo aspettavano a casa. Era questo il segnale del momento in cui cotone doveva andare incontro ai soldati. Dicendo dunque che aveva comprato una vecchia casa e voleva mostrare le parti sospette ai venditori, se ne andò e scendendo attraverso i cosiddetti palazzi siberiani andrò verso la piazza dove si innalza una colonna aurea, alla quale terminano tutte le strade costruite in Italia. Dicono che i primi ad accoglierlo qui e a salutarlo imperatore fossero non più di 23: per questo benchè non fosse debole di animo così come era debole e molle fisicamente, e fosse invece audace e impassibile di fronte ai pericoli, si spaventò. I presenti non permisero che tornasse indietro, ma circondando la sua lettiga con le spade in pugno ordinarono che venisse portato via, mentre lui ripeteva sottovoce che era perduto e incitava i portantini ad affrettarsi. Alcuni sentirono che furono sorpresi più che turbati dalla esiguità del numero di coloro che avevano osato l’impresa. Mentre per questo modo lo portavano attraverso il foro, si presentarono altrettanti soldati e poi altri ancora si unirono in ruppi di tre o quattro..». La traduzione è inserita nel testo di Seconda Prova e a cura di Angelo Meriani e Rosa Giannatasio Andria, Utet di Torino. Per quanto riguarda il pensiero del filosofo platonista, non solo nell’antichità e nella cultura romana si diffuse l’opera magna dell’autore greco: le sue opere hanno influenzato famosi scrittori e autori teatrali, come Shakespeare, che nel suo Giulio Cesare riproduce in maniera molto fedele il testo dell’addio di Bruto agli amici, o anche nell’Alfieri che dalle opere di Plutarco trasse le numerose notizie storiche per rivivere le vite di grandi personaggi ed eventi dell’antichità.