La pm Nunzia D’Elia è stata chiamata a lasciare la procura di Roma dopo cinque anni per decisione del Csm che ha riscontrato una incompatibilità professionale con il marito Stefano Pesci, anche lui procuratore aggiunto nella medesima procura. Il pm è così passata alla procura generale della corte d’Appello. Un trasferimento che, come rammenta Corriere della Sera, in realtà era nell’aria già da qualche tempo, esattamente da alcuni mesi, ovvero da quando a marzo il marito ricevette il via libera dal Csm al nuovo incarico.



Importante perdita per la procura di Roma dal momento che la D’Elia oltre ad aver curato il settore ambiente e colpe professionali ha coordinato anche alcune delle inchieste più importanti tra cui quelle sugli omicidi del brigadiere Mario Cerciello Rega e del personal trainer Luca Sacchi. Anche il marito Pesci è noto per aver coordinato importanti inchiesta come il tesoriere della Margherita Lusi, il delfino di Di Pietro, Maruccio.



Pm Nunzia D’Elia lascia procura di Roma: trasferita alla procura generale della corte d’Appello

Al fine di rimuovere possibili impedimenti al ruolo del marito – che tuttavia si occupa di reati tributari – Nunzia D’Elia aveva chiesto il trasferimento alla procura generale della corte d’Appello. La donna, che era stata nominata aggiunto nel 2016 e che avrebbe finito comunque il suo mandato tra un anno aveva preso l’importante decisione a tutela del marito attendendo la rivalutazione della situazione.

La decisione di incompatibilità professionale con il marito e il trasferimento è giunta nei giorni scorsi. Già in passato si era espresso sulla medesima questione anche il Tar ma in senso opposto. Lo scorso giugno, infatti, i giudici amministrativi scrivevano: “La situazione di incompatibilità è stata esaminata dalla V Commissione che prima facie non ha ravvisato ostacoli alla compresenza del controinteressato e della di lui coniuge”. In una nota il procuratore Michele Prestipino aveva garantito sulla assenza di concentrazione di poteri con la collega-moglie.