Il giorno dopo le audizioni del premier Conte e dei ministri Lamorgese e Speranza, il pm di Bergamo Maria Cristina Rota si è soffermata brevemente ai microfoni dei cronisti a proposito della mancata zona rossa a Nembro e Alzano. Interpellata dai colleghi, la Rota ha risposto così a chi le chiedeva se si possano configurare responsabilità o e se la scelta di Palazzo Chigi sia da considerare come atto politico: «La questione è complessa e sarà approfondita all’esito della ricostruzione in fatto», riporta Rai News. La Procura si metterà ora al lavoro per ricostruire i passaggi che ad inizio marzo hanno portato a creare zona rossa tutta la Lombardia e non solo i due comuni del bergamasco. La pm di Bergamo dovrà dunque valutare se la decisione di cui il premier Conte si è assunto ogni responsabilità sia da inquadrare come scelta politica insindacabile o come atto amministrativo che consente eventualmente di ipotizzare reato e responsabilità. (Aggiornamento di MB)



PM ROTA, RETROMARCIA SU LOMBARDIA

Maria Cristina Rota mischia le carte in tavola dopo aver sentito il premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Al termine dei colloqui che ha avuto sulle mancate zone rosse di Alzano Lombardo e Nembro anche con i ministri dell’Interno Luciana Lamorgese e della Salute Roberto Speranza, la pm di Bergamo si è intrattenuta con i giornalisti. «Il clima è stato di massima distensione e collaborazione: noi ce ne andiamo grati per le dichiarazioni che abbiamo avuto e ora andiamo a completare il nostro lavoro». A differenza però di quanto accaduto dopo aver ascoltato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, la Rota ha preferito non esprimere alcuna valutazione, spiegando che le frasi pronunciate in quell’occasione erano dettato da quanto emerso in quei colloqui. Ha quindi lasciato intendere che le valutazioni potrebbero cambiare proprio in seguito all’interrogatorio odierno. Incalzata infatti da un giornalista riguardo il fatto che un paio di settimane aveva detto in tv che la responsabilità della zona rossa spettava al governo, ha precisato: «Avevo dichiarato quello perché in quel momento era ciò che emergeva».



INCHIESTA ZONE ROSSE, RETROMARCIA PM E IPOTESI SU PRESSIONI…

Le valutazioni della procura di Bergamo sull’inchiesta relativa alle mancate zone rosse ad Alzano Lombardo e Nembro potrebbero cambiare dopo i colloqui con Giuseppe Conte, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza. È quanto ha lasciato emergere la pm Maria Cristina Rota. «Avevo dichiarato che dalle dichiarazioni che avevamo in atto c’era quella in quel momento. Oggi non ho altro da aggiungere». I magistrati intanto, secondo quanto riportato da Repubblica, ipotizzano anche che ci siano state delle pressioni bipartisan, quindi su governo e Regione Lombardia da parte dell’imprenditoria della Val Seriana affinché la zona rossa non si facesse. Non a caso Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, è stato sentito per oltre due ore in Procura a Bergamo il 3 giugno. Ma lui ha negato le pressioni, confermando invece la posizione degli industriali, cioè che erano contrari alla chiusura. Il quotidiano parla anche di un inner circle dei vertici M5s in cui si mormora che gli imprenditori lombardi hanno provato a condizionare la politica per lasciare aperta la Val Seriana. Non si sarebbero rivolti a Roma, ma alla Regione Lombardia. Un altro aspetto che la procura di Bergamo è chiamata a chiarire.

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