Siamo sempre più vicini alla scadenza per presentare la Manovra 2025 e proprio in questi giorni il governo ha siglato e presentato il cosiddetto Piano Strutturale di Bilancio (che ha sostituito la NaDef) che contiene gli obiettivi da perseguire da qui ai prossimi anni: tra questi spunta anche un riferimento alle PMI tanto importanti per l’equazione economica italiana e che potrebbero diventare protagoniste di una legge quadro che mira a migliorarne il piazzamento sui mercati internazionali, favorendo la crescita – sia quella economica, che dimensionale – e l’importantissimo passaggio generazionale.



Procedendo per ordine, allo stato attuale la legge quadro per le PMI – anticipata dal sito pmi.it – è ancora un libero interamente da scrivere: i primissimi passi del decreto saranno compiuti non prima del 2026, anno in cui il governo si è impegnato a definire tutti gli aspetti attuativi della legge; ma poi la palla passerà ad un tavolo tecnico di confronto con il mondo imprenditoriale – rappresentato da sindacati ed associazioni – che oltre a rifinire i dettagli del testo avrà anche il compito di monitorarne l’applicazione per correggere in corso d’opera le varie criticità che potrebbero emergere.



Cosa conterrà la legge quadro sulle PMI: crescita, passaggio generazionale e riforma del mercato dei capitali

Insomma, per vedere concretamente attuata la legge quadro sulle PMI dovremo attendere almeno fino al 2026, ma nel frattempo – sempre grazie a pmi.it – possiamo anche anticiparne alcuni tra i contenuti principali attorno a cui si concentreranno i già citati strumenti attuativi: lo scopo del decreto – dicevamo prima – è quello di favorire la crescita delle piccole e medie imprese con strumenti innovativi che siano in grado di stimolare la digitalizzazione, l’internazionalizzazione e il numero di dipendenti.



Oltre a questo, nella legge quadro delle PMI dovrebbe trovare spazio anche un intero capitolo fine a rendere più semplice il sempre critico passaggio generazionale, ovvero il momento – cruciale – in cui una classe dirigente ormai anziana e prossima alla pensione passa il testimone imprenditoriale alle nuove generazioni; il tutto accompagnato dalla già attiva riforma del mercato dei capitali che (in una primissima fase embrionale) ha già portato all’espansione della platea di PMI dal limite di 500 milioni di euro di capitale ad 1 miliardo al fine di permettere ad un numero maggiore di imprese di godere delle agevolazioni fiscali riservate alle aziende di dimensioni minori.