LA BOZZA DELLA RELAZIONE PNRR IN CDM
Saranno in tutto 102 gli obiettivi del PNRR per il 2022, il doppio esatto di quelli raggiunti già dall’Italia nel 2021: lo si legge nella bozza della relazione che il Governo, dopo il CdM di oggi, trasmetterà in Parlamento (visionata dall’Agenzia ANSA).
I 102 obiettivi del Recovery Plan italiano sono stati fissati per assicurarsi la seconda e terza rata dei fondi europei, in tutto il valore ammonta a 40 miliardi di euro: si tratta nello specifico di 47 obiettivi nei primi sei mesi dell’anno e 55 nella seconda parte del 2022 (due tranche rispettivamente da 19 e 21 miliardi). Va ricordato come un totale da qui al 2026 i fondi del Next Generation EU sono suddivisi in 10 rate: l’Italia dovrà realizzare in tutto 520 obiettivi se vorrà assicurarsi tutti i fondi per essa stanziati. L’Unione europea ha dato via libera alle rate semestrali delle risorse del PNRR (gli Operational Arrangements), con sigla del Commissario per l’Economia Paolo Gentiloni. Ancora dalla bozza emersa dalla Cabina di regia sul PNRR, il piano italiano nel 2022 prevede 66 riforme da attuare: 23 con atti legislativi e 43 con atti normativi secondari, concentrati per lo più nel secondo trimestre dell’anno. In particolare, entro il 30 giugno l’Italia dovrà presentare la riforma della carriera degli insegnanti e la delega sul codice appalti pubblici; entro il 31 dicembre invece occorreranno un sistema di formazione di qualità per le scuole; un sistema di certificazione della parità di genere e meccanismi di incentivazione per le imprese; la legge annuale sulla concorrenza 2021. In definitiva, un terzo (154 su 520) degli obiettivi PNRR sono riforme, tra cui 59 leggi. «Si stima che circa il 36 per cento delle risorse del Pnrr saranno affidate a Regioni, Comuni, Città metropolitane o altre amministrazioni locali (66 miliardi di euro nel caso del Pnrr in senso stretto, che si estendono a 80 miliardi di euro se si considera anche il Piano nazionale per gli investimenti complementari», si legge nella bozza della relazione presentata oggi pomeriggio in CdM.
CABINA DI REGIA PNRR: COSA SI DECIDE OGGI
Alle ore 15 oggi per l’antivigilia di Natale il Premier Mario Draghi riunisce una seconda Cabina di regia di giornata, dedicata interamente al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza): dopo la riunione stamane sulle prossime misure del nuovo decreto Covid con la “stretta” di Natale, il Governo si ritrova nuovamente per fare il punto sulle prossime scadenze del piano “Next Generation EU”.
Non solo, la Cabina di regia dovrà approvare la relazione annuale da trasmettere al Parlamento: a seguire è prevista la riunione del Consiglio dei Ministri dove verrà varata sia la relazione sul PNRR e sia il decreto con le misure anti-Covid (valide dal 27 dicembre). Presenti al vertice sul Recovery anche i rappresentanti delle Regioni per spingere sui temi legati ad assunzioni e progetti nei territori. Come ha spiegato ieri in conferenza stampa di fine anno il Presidente del Consiglio, l’Italia prosegue a standard molto alti e tra i migliori in Ue per la presentazione dei piani, avendo finora raggiunto tutti gli obiettivi pre-fissati. L’interlocuzione con la Commissione Europea proseguirà per i primi 2 mesi del 2022, in vista della prima tranche da circa 24 miliardi di risorse del Next generation Eu (che segue l’anticipo dei 25 miliardi ricevuti a fine estate 2021). Con la campagna vaccini e alla consegna stessa del PNRR, il raggiungimento degli obiettivi finora è uno dei tre grandi risultati rivendicati da Draghi per il suo Governo.
PNRR, COSA HA DETTO DRAGHI IN CONFERENZA STAMPA
«Abbiamo raggiunto tutti e 51 gli obiettivi del PNRR e in questo momento è in discussione alla Commissione la firma dell’accordo operativo che apre il periodo di uno due mesi di interlocuzione prima di accordare la tranche dei prestiti previsti»: così Mario Draghi ha introdotto il tema del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nella conferenza stampa di fine anno, traendo alcuni dei risultati ottenuti nei 12 mesi appena trascorsi. La crescita è oltre il 6%, il distacco debito pubblico e PIL è tornato a scendere ma non è tutto affatto “rosa e fiori”: con lo spread tornato a 130 punti e con i livelli di crescita da migliorare sul lungo periodo, Draghi avverte «La forza dell’Italia è quello che è riuscita a fare in quest’anno, il come ha reagito alla depressione della pandemia. Se si continua con la crescita attuale la preoccupazione dello spread diventa minore. I mercati guardano prima di tutto alla crescita, il vero barometro di credibilità del nostro Paese». Dando una sibillina indicazione sul fatto che non per forza ci sarà ancora lui a Palazzo Chigi nei prossimi mesi, Draghi ha aggiunto «Abbiamo creato le condizioni affinché il lavoro sul Pnrr continui indipendentemente da chi sarà al governo. Sarà importate che il governo sia sostenuto da una maggioranza ampia, come ora».