Clima di alta tensione tra Corte dei Conti e governo. L’esecutivo, infatti, ha cambiato i poteri della Corte sul Pnrr, escludendo il “controllo concomitante” per i progetti legati al Piano. È stato inoltre approvata la proroga di un altro anno – fino a giugno 2024 – dello scudo erariale che limita la responsabilità contabile alle condotte attive dolose. Dopo le polemiche, il governo ha promesso di trovare un nuovo modello di relazioni nel rispetto delle competenze, con l’obiettivo di elaborare insieme un “codice di controlli” in grado di fissare le regole una volta per tutte.
La decisione del governo è stata contestata dall’opposizione, ma approvata da Sabino Cassase. Intervenuto al Festival dell’Economia di Torino, il presidente emerito della Consulta ha spiegato: “Ha fatto benissimo il governo a limitare il controllo preventivo della Corte dei Conti. Ci sono aspetti di merito sui controlli e di metodo sul modo in cui si è svolta questa vicenda che danno completamente ragione al governo e dimostrano che bisognerebbe che le grandi corporazioni dello Stato ripensassero al modo in cui agiscono nei confronti dello Stato di cui sono i rappresentanti”.
Ue: “Monitoreremo”
Il dibattito tra Corte dei Conti e governo sul Pnrr ha spinto la Commissione europea a intervenire. Rispondendo a una domanda sulle misure dell’esecutivo Meloni sulla Corte, un portavoce europeo ha spiegato: “Noi abbiamo un accordo con l’Italia sulla necessità di avere un sistema di controlli efficace per quanto riguarda la spesa dei fondi del Pnrr ed è responsabilità delle autorità italiane che questi enti siano in grado di lavorare”. E ancora: “Le autorità italiane hanno istituito un ente ad hoc responsabile del controllo dei fondi del Pnrr, monitoreremo con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge al riguardo della Corte dei Conti”. La Commissione europea non si esprime sui progetti di legge e non entra nel dettaglio, ha aggiunto: “Possiamo dire che il Pnrr richiede una risposta proporzionata vista la sua natura unica, essendo un programma di spesa basato sulle performance. I sistemi di controllo nazionali costituiscono i meccanismi principali per proteggere gli interessi finanziari dell’Ue e sono gli Stati membri che devono assicurarsi che non ci siano conflitti di interessi e o frodi. E l’Italia ha in campo un sistema solido”.