La via maestra per garantire una reale “messa a terra” delle risorse del Pnrr, perseguendo e non stravolgendo gli obiettivi del piano, ha un nome preciso. Si chiama “sussidiarietà orizzontale”! Va, cioè, finalmente allargata la platea dei soggetti coinvolti, mobilitando la società nella sua interezza in una maratona sussidiaria per l’attuazione del Piano e l’impiego dei fondi. Solo coinvolgendo i corpi intermedi si avranno non solo risultati duraturi, ma anche velocità di attuazione per uno strumento strategico per l’intero Paese.
Vi è, perciò, la necessità di una ristrutturazione del metodo con cui perseguire i grandi obiettivi del Piano, che vanno declinati con molta maggior convinzione secondo il principio di sussidiarietà orizzontale, smarcandoli dal cono d’ambra di un ormai datato e comunque inefficace centralismo, in cui la prospettiva di “ripresa e resilienza” è stata sin dall’inizio imbrigliata dai Governi che hanno avviato tale straordinario strumento.
Questa la convinzione che ha motivato il network “Ditelo sui tetti” a chiedere un incontro al Ministro Raffaele Fitto, al quale è stato illustrato un puntuale documento, significativamente intitolato “Per una riforma sussidiaria del Pnrr”, ove si chiede di abbandonare, finalmente, l’egemonia dell'”apparato” statale per ricercare molta più partecipazione della società: urge, cioè, più sussidiarietà per coinvolgere davvero il mondo imprenditoriale e del Terzo settore nei progetti strategici per la ‘ripresa e la resilienza’, così da impiantare percorsi virtuosi di crescita e benessere, con una sensibile maggior dose di efficacia e tempismo. Nulla di nuovo, in realtà. Perché la necessità di riconoscere la valenza pubblica delle opere sociali, esito della presenza dei corpi intermedi, è voluta dalla stessa Costituzione, agli artt. 2, 3, 41, 118 ultimo comma, come anche – almeno nominalmente – dal par. 3.8 dello stesso Pnrr.
Attraverso il principio di sussidiarietà orizzontale, allargando la platea degli attori/erogatori, occorre in ogni ambito come ad esempio per la Sanità, la Scuola, il Mercato del Lavoro, spostare il finanziamento dall’offerta alla domanda, lasciando che l’offerta si costruisca autonomamente attorno a una domanda attrezzata da bonus/voucher liberamente orientabili e lasciando allo Stato e alle sue articolazioni una funzione di regolatore neutrale, in grado di vigilare sul livello qualitativo dei risultati da perseguire, secondo l’esperienza positiva già praticata da alcune regioni italiane come la Regione Lombardia.
Metodologicamente “Ditelo sui tetti” chiede, in primis, di organizzare un “bilancio sussidiario”, che monitori con trasparenza e ad ampio spettro le ricadute sul corpo vivo della società italiana del Pnrr.
In secondo luogo, sono state declinate precise proposte di merito, fra cui: 1) si utilizzino molto più diffusamente strumenti partecipativi, quali la co-programmazione, la co-progettazione e il partenariato pubblico-privato, che, grazie all’apporto degli ulteriori investimenti derivanti dall’iniziativa privata, potrebbero dar corso a un “effetto leva” moltiplicatore delle risorse, come sta accadendo con importanti risultati, ad esempio, in Grecia; 2) si arricchisca il Pnrr di sussidiarietà fiscale, per accelerare il piano con sconti e crediti fiscali; 3) circa il comparto scolastico, si coinvolgano negli obiettivi della Missione 4, come già annunciato dal Ministro Valditara, anche le istituzioni scolastiche paritarie; 4) nella Missione 6, sia senza indugio posto termine alla esclusione delle opere sanitarie “classificate” e “convenzionate” di soggetti profit e no profit, che pacificamente svolgono attività rilevanti sotto il profilo del servizio pubblico (addirittura gli ospedali “classificati” sono del equiparati a un ospedale pubblico ai sensi della legge 132/1968!); 5) in tale contesto, merita la massima attenzione la storica occasione della misura M6C1, ove si prevede di che nelle “case di comunità” siano inseriti i nuovi consultori familiari, che se – e solo se! – verranno ripensati e rifondati in un strutturale rapporto con l’associazionismo che supporta la maternità difficile, potranno finalmente attuare le politiche a favore della vita previste dall’art. 2 della legge 194/78.
Le proposte contenute nel documento “Per una riforma sussidiaria del Pnrr” hanno trovato grande attenzione da parte del Ministro Fitto, che ha condiviso la necessità che la rimodulazione del Pnrr avvenga anche per aprire spazi sussidiari, che consentano di raggiungere più velocemente, più strutturalmente e spesso addirittura con meno costi i fondamentali obiettivi del Pnrr.
Il lavoro avviato continuerà con ulteriori momenti di confronto e approfondimento per procedere nella costruzione di modelli innovativi di attuazione del piano di ripresa della società italiana, sui quali tutte le associazioni di “Ditelo sui tetti” si sentono fortemente impegnate, per concorrere fattivamente e assieme a chiunque intuisca il valore strategico della sussidiarietà, al bene comune del Paese.
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