PNRR, FITTO: “È NECESSITÀ ADEGUARE IL PIANO A NUOVE ESIGENZE”

Non sono pochi i retroscena di queste ultime settimane che vedono nell’agenda dei fitti scambi politici tra Italia ed Europa una sorta di possibile “accordo” all’orizzonte per il Governo Meloni: da un lato la ratifica della riforma del MES in “cambio” di alcune possibili modifiche da attuare sul PNRR. Venerdì è fissata la scadenza posta dal Ministro per l’attuazione del Piano di Nazionale di Ripresa e Resilienza a tutti gli altri Ministeri con la “lista” di modifiche da richiedere e presentare a Bruxelles: «Ci avevano detto che avremmo fatto prima gli incontri bilaterali, poi da un giorno all’altro ci hanno chiesto due relazioni in quattro giorni», lamentano da alcuni ministeri, riporta “La Repubblica”, circa il timing concesso loro dal responsabile unico dei progetti sul Recovery Fund.



«Sarà un lavoro serio che ha come obiettivo da parte del governo, la necessità di mettere insieme diverse programmazioni, quelle del fondo di sviluppo e coesione e delle risorse europee e della coesione per avere una visione d’insieme come governo e per cercare di dare anche un imput ai problemi che evidentemente ci sono, per il fatto che il Pnrr è stato deciso e programmato prima dello scoppio del conflitto in Ucraina»: lo spiegava lo stesso Ministro per gli Affari Europei e il PNRR Raffaele Fitto in un videomessaggio inviato all’ordine dei commercialisti e esperti contabili di Napoli nella giornata inaugurale del corso di formazione “Pnrr – Missioni, procedure e applicabilità”. Secondo il titolare dell’intero progetto Next Generation Eu in Italia, «c’è la necessità per ragioni oggettive di adeguare l’intero progetto a queste nuove esigenze. Il lavoro va avanti positivamente con la Commissione Europea e con tutte le amministrazioni interessate. Nei prossimi giorni presenteremo la relazione al parlamento per quanto compete lo stato dell’arte e metteremo in campo una serie di provvedimenti sul terreno dell’accelerazione, della semplificazione e della governance». Fitto ha poi spiegato che il Governo sta ultimando la fase di monitoraggio rispetto al piano PNRR: «Stiamo facendo un lavoro dettagliato che ha portato al raggiungimento dei 55 obiettivi al 31 dicembre 2022, trenta dei quali sono stati il frutto de lavoro degli ultimi due mesi dell’anno del nostro governo e abbiamo già avviato per la prima riunione dell’anno della cabina di regia del raggiungimento dei 27 obiettivi a giugno 2023».



ECCO COME IL GOVERNO POTREBBE CAMBIARE IL PNRR

Secondo le fonti raccolte da “La Repubblica” il Governo Meloni starebbe per richiedere lo slittamento della milestone – fissata al 30 giugno 2023 – per l’avvio della costruzione degli asili nido: sarebbe questo uno dei punti dirimenti che l’esecutivo intende modificare per spostare risorse preziose su altri progetti più imminenti e urgenti. Non solo, il Ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini vorrebbe spostare i 300 milioni di euro di investimenti sui treni a idrogeno, per convogliarli invece sulle urgenti riparazioni della rete idrica nazionale. La revisione del PNRR prende spunto dall’input dato da Meloni e Fitto: stop ai progetti inattuabili dopo la doppia emergenza guerra & energia, ma anche a tutti i bandi andati deserti nelle prime gare effettuate.



Oltre ad asili e rete idrica, ad esempio, il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida sta valutando le diverse richieste delle organizzazioni di settore come la Coldiretti (ma non solo) per riaprire il bando sui contratti di filiera: vi erano infatti state richieste per oltre 6 miliardi, a fronte di “soli” 1,2 miliardi stanziati dal PNRR. Stesso discorso sulla logistica: richieste per 700 milioni, 200 in più di quelli stanziati dal Piano nazionale. Secondo quanto rilevato dall’ANSA negli scorsi giorni, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Adolfo Urso) ha risorse ancora non utilizzate dal bando Transizione 4.0 perché sono giunti progetti da troppe imprese rispetto a quelle previste dall’obiettivo (120 mila a fronte delle “sole” 117mila). È ancora “Rep” a informare sulle altre rimodulazioni previste nel PNRR per via di un concreto taglio numerico degli obiettivi: riduzione di circa 22.500 borse di dottorato (7.500 all’anno per tre anni) in quanto la domanda al momento è troppo bassa; riduzione i 60mila posti letto per universitari legali al progetto di housing residenziale.