Il periodico rapporto pubblicato da Anpal registra come, al 31 marzo 2023, il programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL) abbia preso in carico oltre un milione di beneficiari. Si tratta di persone che hanno presentato una dichiarazione di immediata disponibilità (Did) al lavoro e alla partecipazione/adesione a misure di politica attiva nel Centro per l’impiego della loro città e sono stati, quindi, profilati attraverso un assessment quali-quantitativo che serve a determinare la distanza del “potenziale” lavoratore dalle dinamiche del mercato del lavoro locale. Viene così sottoscritto un patto di servizio personalizzato finalizzato a un percorso di inserimento/reinserimento.
Ma chi sono queste persone? La componente femminile rappresenta il 55,5% dei presi in carico, quella giovanile è pari al 26,1% e quella più adulta (oltre 55 anni) al 18,1%. Le persone straniere sono, quindi, il 14,6%.
Dopo la profilazione emerge che oltre la metà delle persone beneficiarie di GOL è inserita nel percorso 1, quello finalizzato al reinserimento lavorativo delle persone più vicine al mercato del lavoro.Il resto si distribuisce sostanzialmente tra il percorso 2, di aggiornamento delle competenze (il 26,3%), e il percorso 3, di riqualificazione professionale (19,3%). Una debolezza particolarmente accentuata tra i beneficiari di Reddito di cittadinanza, visto che oltre 2 individui su 3 hanno un titolo di istruzione al più pari alla licenza media, mentre soltanto il 2,9% dei beneficiari Rdc in GOL ha un diploma di laurea.
Per provare a dare risposte concrete a queste persone l’Europa, attraverso il Pnrr, ci ha dato ben 4,4 miliardi da spendere, principalmente in formazione, entro il 2025 a cui si devono aggiungere ulteriori 500 milioni dai fondi React Eu. In cambio l’Unione ci chiede “solamente” di aiutare 3 milioni di disoccupati a trovare un posto di lavoro. In particolare si è ritenuto che 800 mila di queste persone siano collocabili solo passando da un corso di formazione professionale e, infatti, proprio sulla formazione si prevede di spendere la maggior parte delle risorse di GOL.
Tutto questo vale almeno sulla carta. Un recente dossier curato da Milena Gabbanelli evidenzia, ahimè, che sebbene lo scorso anno siano stati suddivisi i primi 880 milioni tra le Regioni, che attraverso i loro Centri per l’impiego, si sono prese in carico 709 mila disoccupati, a dicembre non risultava formata neanche una delle 160 mila previste, a quella data, da Pnrr e GOL.
Anche in questo caso sembra, insomma, esserci la cronica difficoltà italiana a trasformare le parole di ambiziosi documenti, come certamente è il Pnrr, in solide realtà parafrasando lo slogan di un noto brand.
Nelle prossime settimane saranno così chiamate le Regioni e il Governo centrale a lavorare insieme per trasformare l’opportunità di GOL in reali percorsi di inserimento/reinserimento al lavoro che puntino, in particolare, a far rientrare nel sistema le tante (troppe?) persone che sono a crescente rischio di esclusione sociale e povertà.
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