Le risorse del Pnrr non c’è alcun dubbio, sono in difficoltà e il motivo ormai evidente è che tutta la macchina organizzativa, a parte poche realtà, si è ingessata. Fino a quando il Governo la prossima settimana non riferirà in Parlamento rimane il dubbio che si stanno verificando a palazzo Chigi gli obiettivi di dicembre della rata di 20 miliardi che deve arrivare dalla Commissione, con la posticipazione della relazione attuativa del Pnrr dal 31 marzo forse al 30 aprile e oltre, anche perché poi c’è da definire il RePowerEU, cioè l’adozione di questo provvedimento europeo con una dotazione finanziaria di altri 20 miliardi di euro per accelerare la transizione energetica e rifinanziare i Piani di ripresa e resilienza nazionali.
È chiaro che modificare il Pnrr tra aprile e maggio, ripianificare alcuni investimenti, avrà un impatto grande sui 27 obiettivi da centrare entro questo semestre. Tra i più rilevanti ci sono le azioni per il potenziamento dei servizi d’istruzione che coinvolgono le famiglie. Ai 3 miliardi di risorse si erano aggiunti ulteriori oltre 108 milioni integrati dal ministero dell’Istruzione, per un totale di 3.108.496.490,50 euro che (dovevano) devono finanziare 2.190 interventi: 333 per scuole dell’infanzia e 1.857 per asili nido e servizi polifunzionali dell’infanzia per l’intera fascia di età 0-6 anni.
Riavvolgendo il nastro ricordiamoci che era il 16 agosto 2022 quando sono state pubblicate le prime graduatorie degli avvisi pubblici relativi ad asili nido e scuole dell’infanzia con i progetti di investimento. In particolare, alle regioni del Mezzogiorno è destinato il 54,98% delle risorse per gli asili nido e il 40,85% di quelle per le scuole dell’infanzia. Ma o non sono stati fatti i bandi o sono andati deserti. Quando fu presentato considerammo il Piano più grande mai realizzato sul tema dell’istruzione per la fascia 0-6 anni, dovevamo lavorare sodo perché il Piano fosse attuato, rispettando tutte le scadenze previste per allocare tutte le risorse disponibili, assicurando il diritto all’istruzione per i più piccoli, su tutto il territorio nazionale, perché è un elemento fondamentale per colmare il divario tra nord e sud, per rimuovere gli ostacoli al lavoro femminile e sostenere le famiglie con azioni concrete. Ma così non è stato: ritardi dei bandi o incapacità delle istituzioni territoriali, sta di fatto che dopo varie denunce si è corsi parzialmente ai ripari da parte del ministero dell’Istruzione con quasi 660 milioni di euro per accelerare il “Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia” (M4C1I1.1) previsto dal Pnrr, secondo quanto previsto dalle due procedure di gara per l’aggiudicazione di Accordi Quadro multilaterali, pubblicati da Invitalia a supporto dei comuni. Per presentare le offerte c’era tempo fino al 4 aprile 2023.
Una piccola parte dunque di quei 4,6 miliardi del Piano che prevedeva un incremento del servizio e migliorarne la qualità, soprattutto anche dare una facilitazione alle famiglie nella conciliazione tra vita privata e lavorativa, promuovere l’uguaglianza di genere e il lavoro femminile e incrementare forse anche il tasso di natalità.
Arriviamo lunghi, ma è bene sapere che le due gare per la conclusione di Accordi Quadro sono suddivise in 22 lotti geografici e prevedono l’affidamento di lavori, anche in appalto integrato, per accelerare 362 interventi su edifici di proprietà di molteplici comuni, dislocati su tutto il territorio nazionale. Gli interventi riguardano la costruzione, la ristrutturazione, la messa in sicurezza e la riqualificazione di nuovi asili nido. Una procedura vale complessivamente circa 630 milioni di euro e prevede per asili nido, scuole e poli dell’infanzia: costruzione/ricostruzione con eventuale demolizione anche parziale; riqualificazione funzionale e messa in sicurezza. La seconda procedura vale complessivamente circa 30 milioni di euro e prevede la riconversione, riqualificazione funzionale e messa in sicurezza dell’edificio pubblico da destinare ad asili e scuole dell’infanzia. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del supporto tecnico operativo reso disponibile dal ministero dell’Economia e delle Finanze ai soggetti attuatori degli investimenti Pnrr, in collaborazione con Anci. E non ci si poteva muovere prima?<
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